Giulio Curatella, responsabile nazionale Cultura de “Il Mondo al Contrario”, racconta la nuova avanguardia patriottica e tecnologica.

Curatella, lei è il responsabile nazionale per la Cultura del movimento Il Mondo al Contrario. Da dove nasce questa sfida?

Nasce da un’urgenza: quella di restituire alla cultura un’anima. Per troppo tempo l’Italia è stata prigioniera di un pensiero unico, elitario e ideologico. Io credo che la cultura debba tornare popolare, identitaria, incarnata nella vita reale delle persone. Il mio compito è trasformare i valori in esperienze, linguaggi e progetti che parlino alla testa e al cuore degli italiani.

D. Lei usa spesso tecnologia e intelligenza artificiale nei suoi progetti. Perché un sovranista dovrebbe affidarsi a strumenti così “globalisti”?

Perché l’AI non è globalista di per sé — dipende da chi la usa e con quale spirito. Io la uso come un’arma culturale: per liberare, non per uniformare. L’intelligenza artificiale può moltiplicare la creatività umana se guidata da una visione. È come un amplificatore: se dentro ci metti identità, fede e coraggio, quello che esce è dieci volte più forte.

Un progetto di grande eco, fatto con AI: “Charlie – Man of Freedom”, la canzone dedicata a Charlie Kirk, leader americano del movimento MAGA. Perché questa scelta?

Perché Charlie rappresenta quella nuova generazione di patrioti occidentali che non si vergognano di dire chi sono.
Con “Charlie – Man of Freedom” ho voluto rendere omaggio a un modo di intendere la politica come missione e battaglia culturale. Non imitiamo gli americani, ma impariamo da chi ha saputo rompere i recinti del pensiero unico.
È un ponte ideale tra due mondi che condividono la stessa sete di libertà.

Lei parla spesso di “tecno-destra”. Cosa significa concretamente?

Significa una destra che non ha paura del futuro.
Una destra che sa usare gli strumenti digitali, l’AI, la musica, il linguaggio visivo per diffondere idee.
Per troppo tempo ci siamo limitati a difendere: ora è il momento di conquistare.
La tecno-destra è l’avanguardia identitaria del XXI secolo.

Tra i suoi progetti c’è anche il Patriots Project. Di cosa si tratta?

È una piattaforma culturale e artistica che unisce pittura, musica e parola.
Abbiamo ospitato mostre, letture poetiche, performance — tutte ispirate ai valori del patriottismo europeo.
È la dimostrazione che la cultura sovranista non è nostalgia: è visione, estetica, costruzione del futuro.
Il patriota non brucia musei: li rifonda.

Le accuse di “estremismo” o “propaganda” non la infastidiscono?

No.
Quando ti dicono “estremista”, significa che stai toccando nervi scoperti.
Io non sono un estremista, sono coerente.
Difendere la propria nazione, la famiglia, la libertà di parola non è estremismo.
È civiltà.
Chi ci accusa di propaganda spesso vive di ideologia e non produce nulla. Noi invece costruiamo, creiamo, mettiamo in moto entusiasmo.

Qual è il rapporto tra la cultura del Mondo al Contrario e la Lega?

È un rapporto di sintonia, di alleanza ideale.
Condividiamo valori, linguaggio, e la volontà di restituire dignità al popolo italiano.
Lavoriamo in autonomia, ma sulla stessa direttrice: quella di un’Italia che non chiede scusa per esistere.

Il suo modo di comunicare divide. È una scelta consapevole?

Assolutamente sì.
Non voglio piacere a tutti: voglio accendere fuochi.
Oggi la comunicazione politica efficace è quella che polarizza, che crea identità e comunità.
L’indifferenza è morte. La divisione, se costruttiva, è vita.

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Quali saranno i prossimi progetti?

Stiamo ampliando il Patriots Project con nuove tappe e nuove collaborazioni artistiche.
Sto lavorando a una serie di contenuti digitali — tra musica, arte e video — che fondono tradizione e tecnologia.
E presto lanceremo un laboratorio permanente sull’uso dell’AI nella comunicazione politica e culturale.
Voglio formare giovani patrioti digitali: creativi, coraggiosi, e liberi.

Se dovesse riassumere il suo messaggio in una frase?

“Siamo qui per dimostrare che il patriottismo può essere moderno, la cultura può essere coraggiosa e la tecnologia può servire l’anima.”