fotopresadalwebTi dicono: laureati. Ma cosa te ne fai della laurea? Al McDonald’s non serve. Al bar non serve. A scaricare acciughe non serve. A fare l’assessore non serve. A fare il ministro dell’Istruzione non serve. Visto che questi sono i lavori più frequenti che vengono richiesti in Italia, cosa te ne fai della laurea? Se avessi un figlio sui 18 anni e lui volesse iscriversi ad una facoltà, gli direi d’iscriversi e intanto gli regalerei un decespugliatore per tosare il prato al vicino. Se avessi una figlia sui 18 anni e anche lei volesse impratichirsi in corsi e corsetti d’università, le direi di farlo e intanto le farei provare il grembiule rosso porpora alla birreria più vicina. Un padre deve essere utopico (e dunque indignarsi per l’Italia com’è) e realistico (e dunque adeguarsi all’Italia per come è). L’ultimo rapporto dell’Ocse conforterebbe ogni padre in queste decisioni: solo il 20% dei giovani italiani è laureato e, in più, ha scarse competenze. Se non è un de profundis per l’Italia che verrà, poco ci manca. Firmato: un laureato a cui la laurea non è mai servita a nulla.

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