IMG_1005A Papa Francesco non interessa per nulla l’arte. È Vescovo di Roma, della città eterna, della città della Grande Bellezza, ma non ce ne siamo accorti. Vive accanto alla Cappella Sistina, come fosse un capannone industriale, tale è l’assenza di qualunque potente iniziativa verso la bellezza. L’indifferenza è palese. Il suo modestissimo libro, “La mia idea di arte” (Mondadori), ne è chiarissima prova: “l’arte non deve scartare niente e nessuno”. Insomma l’arte è equiparata ad una sorta di raccolta differenziata dei rifiuti, dove la cosa importante è stare attenti a non fare scarti. Papa Wojtyla, che è stato anche un notevole poeta (ha scritto forse la più bella poesia del Novecento sulla morte, dopo quella di Ungaretti sulla scomparsa del figlio) si inginocchiava di fronte alla grandezza di Michelangelo. I suoi scritti poetici e critici (ben raccolti da Bompiani) sono importanti quanto le sue encicliche. Papa Ratzinger ha costruito il suo magistero nel continuo riferimento alla bellezza (la sua Lettera agli artisti, dopo quella di Wojtyla, è ancora centrale). Scriveva il poeta Cyprian Norwid: la bellezza serve per il lavoro, il lavoro per la resurrezione. Peccato che Papa Francesco ne sia del tutto sordo.

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