La bellezza o la maionese?
Milioni di persone, ogni anno, vanno a vedere e fotografare Piazza dei Miracoli a Pisa. Nessuno invece va e fotografa la periferia di Pisa. Quando si dice che la bellezza è soggettiva, che dipende dai gusti, che a me piace questo mentre a te piace quest’altro, e che ognuno ha la sua idea di bellezza, spiegatemi questo: perché in Piazza dei Miracoli ci vanno milioni di persone, mentre tra i palazzacci della periferia non ci va nessuno? Perché davanti al Giudizio Universale della Cappella Sistina tutti alzano lo sguardo e ne rimangono colpiti, mentre invece nessuno penserebbe di fotografare l’entrata dell’Ikea? Se la bellezza fosse soggettiva, uno sarebbe colpito da Michelangelo, l’altro da un tubetto di maionese. E invece? E invece accade che tutti compriamo la maionese per le tartine ma non rimaniamo stupefatti dal tubetto. Mentre invece di fronte a Michelangelo, di fronte alla Torre pendente di Pisa, di fronte a San Pietro o alla Sagrada Familia, tutti ad alzare testa e sguardo. Perché? Perché la bellezza è complessità, ambiguità, creazione, inquietudine. La bellezza ti apre a dismisure dell’anima che un tubetto di maionese o un palazzaccio di periferia mai faranno. “Il bello è solo l’inizio del tremendo”, scriveva Rilke. E quando lo scrisse, lo presero per pazzo.