In odio delle palestre
Hanno parchi, boschi, strade di campagna, boulevard, argini verdeggianti e loro invece si sfondano di esercizi idioti in palestra. Come poter andar a letto con un bel divo di Hollywood e accontentarsi invece di vibratori e vagine gonfiabili. L’assurdo più assoluto è a Venezia: come fai a sfondarti di cyclette, panche e addominali, in un cesso di palestra squadrata, maleodorante di sudore, con la musica cretina che ti pompa alle orecchie, mentre invece se esci fuori, vedi in pratica Dio? Come fai a stare in un barattolo di cemento, tra tapis roulant, cardiofrequenzimetri ed elettrostimolatori, mentre invece se esci fuori, puoi bruciare calorie e lipidi, zuccheri e lonzette dell’amore, girando tra calli, callette, piccoli ponti, alla ricerca del più nascosto e sperduto degli affreschi del Tiepolo, nello scenario più strabiliante del mondo? Le palestre andrebbero abolite, a Venezia e altrove. E chi va a correre e camminare per parchi, boschi, calli e argini verdeggianti, dovrebbe essere onorato, come si onorano, in tempo di pace, i beati e i giusti.