IMG_2126Arrivi alla Villa dei cento camini, ad Artimino, vicino Firenze, una villa medicea che toglie il fiato per la sua bellezza. Eppure non ti innamori di lei. Lo sguardo te lo rapisce, improvvisamente, senza nessun avviso, un piccolissimo quadro di Mario Sironi che la Casa d’Arte San Lorenzo stava mettendo in mostra, assieme ad altri importanti artisti del Novecento. Tutto il resto è scomparso. Non perché il resto non fosse importante, ma perché l’amore è così: infondato e illogico, brutale e ingiusto. C’erano De Chirico, Rossi, Soffici, Schifano, Testa, Botero, Christo, eppure i tuoi occhi si sono bruciati davanti a Sironi. Perché? Perché l’arte è illogica, ingiustificata vittoria della vita. Un motivo razionale, scientifico, storico didattico, non c’era in quel tuo tremore. C’era solo l’amore improvviso, tumultuoso, errabondo. L’arte fa questo: innalza il nostro sguardo, lo fa perdere e ritrovarsi, senza preavvisi, senza giustificazioni, nelle inesauste richieste del nostro cuore.

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