La bestemmia è sacra
“Ma io credo che anche le ribellioni, le bestemmie – quelle con cui io stesso ho sconvolto la mia vita – quelle vere hanno al fondo uno strazio di dolcezza” (Giovanni Testori). Maleducato, sconveniente, irrispettoso, volgare, viene giudicato chi bestemmia. Ma guardate la bestemmia in sé. Non vi sembra in sé una lode? Una strana, viscerale, intestinale preghiera? Tante sono le cose volgari, ma le sole che hanno in sé “uno strazio di dolcezza” sono la bestemmia e la masturbazione. Dio le fulmina entrambi nei Dieci Comandamenti: “Non nominare il nome di Dio invano” e “Non commettere atti impuri”. Ma chi uccide può essere messo a paragone di chi elargisce un po’ di libero seme nella tinozza del bagno? E chi ruba una vecchia in casa può essere paragonato a quando Roberto Benigni in “Berlinguer ti voglio bene” tira giù un rosario di bestemmie che durano 5 minuti? Date retta a me: imprecare può essere trascritto in im-pregare, impregare, pregare dentro. La bestemmia è una sana preghiera idiota.