Viva il lavoro nero
L’Italia è stata fondata dagli artisti, dagli insegnanti e dai disoccupati. Allora si dicano le cose come si deve: l’Italia è stata fondata dal nero, dal lavoro nero, dal lavoro non fiscalizzato. Tutti gli artisti lavorano (fortunatamente) al nero. Quasi tutti gli insegnanti fanno ripetizioni a casa (fortunatamente) al nero. E i disoccupati continueranno a dirsi disoccupati perché i lavori che fanno conviene loro farli (fortunatamente) al nero. Stanno compiendo un reato? In realtà stanno mettendo in pratica un precetto di Montesquieu: “un potere per sua natura tende ad espandersi, fintanto non trova un altro potere che gli fa da argine”. Lo Stato per sua natura tende ad espandere il proprio potere vessatorio e tassatorio: prima l’IVA al 20%, poi al 21%, poi al 22, poi al 23, e si allargherà fintanto non capirà che tanto più vessa, più tassa, più impone pagamenti, quanto più uno evade, non dichiara, lavora in nero. Lo hanno capito oramai generazioni di insegnanti, artisti, disoccupati e imprenditori, che infatti mettono in pratica Montesquieu: “Perché un potere non abusi di se stesso, occorre che il potere arresti il potere”. Vediamo quante generazioni di statisti e politici ci vorranno perché loro lo capiscano e invertano la rotta.