Zero soldi alle chiese chiuse
Le chiese sono sempre più chiuse. Ho una proposta: niente finanziamenti a chi chiude le chiese. Tu prete, tu vescovo, la tieni chiusa perché hai paura dei ladri? Benissimo. Visto che le chiese, oltre ad essere luoghi di preghiera, sono un servizio alla cittadinanza (perché la loro conoscenza è un diritto e la loro fruizione una prestazione pubblica come il pronto soccorso aperto), se tu le tieni chiuse, non offri quel servizio che la chiesa in sé incarna. Produci dunque un disservizio. E i disservizi si pagano. In che modo? Negandoti l’accesso ai finanziamenti pubblici per i restauri e le manutenzioni dell’edificio. La tieni chiusa? Non fai nulla per renderla di comune beneficio? Non fai nulla per aggregare attorno ad essa parrocchie, volontari, associazioni, esperti che lavorano a renderla un luogo vivo e custodito, e dunque aperto? Benissimo. Perché allora, se la devi restaurare, chiedi l’aiuto di quel pubblico, il cui accesso alla chiesa è quotidianamente precluso? Avendo generato, tenendola chiusa, un gravosissimo disservizio, non hai diritto a quei finanziamenti che invece ottengono quelle chiese che si dannano l’anima per riunire attorno ad esse volenterosi, fedeli e studiosi, a porte spalancate. In fondo, anche per la gestione dei luoghi di culto valga il principio della scuola. Prendi quanto meriti. Vedrai quanti preti e Vescovi usciranno dai loro arcivescovadi per trovare gente, giovani, vecchi, aziende e istituzioni e portarli a condividere la loro amata chiesa!