Fenomenologia dei centri storici
Se un secolo fa, arrivando in una città, chiedevi: dov’è il duomo? Loro te lo indicavano. Se chiedevi: dov’è il palazzo comunale? Loro te lo indicavano. Ma se dicevi: dov’è il centro storico? Loro non sapevano cosa rispondere. Il centro storico è un concetto urbanistico e paesaggistico assai recente. È nata, in Italia, solo negli ultimi 4-5 decenni la consapevolezza generalizzata del centro storico, come realtà da conservare, custodire, curare nel suo aspetto estetico, valorizzandone tracce, testimonianze, espressioni e stratificazione secolare, pedonalizzando le vie principali, aprendo musei e gallerie che espongono la memoria del territorio (grandiosa o spuria che fosse), condizionando il commercio e l’economia (e facendosi condizionare da essi) in base al transito turistico, vacanziero o dimorante che si genera. Ma in un luogo dove è preminente l’aspetto del passato, cosa ne è del presente? Molti centri storici si sono desertificati proprio pensando erroneamente che la loro storia e la conseguente conservazione valessero da soli ad attrarre una nuova economia, di passeggiata, di vedute, di vacanzieri. Nulla di più sciocco. Un centro storico per generare economia, lavoro e vita, deve orgogliosamente caratterizzarsi, potenziando assai ciò che può contraddistinguerlo e renderlo esteticamente gradevole e confortevole. Senza questa caratterizzazione spinta, esigente, costosa, fatta di nuove installazioni, di illuminazioni accattivanti, di proposte artistiche permanenti o temporanee, di piante floride a decorazione, di esercizi commerciali legati a questa caratterizzazione, un centro storico muore. Perché muore? Perché il centro storico non è un supermercato. Non ci vai per prendere il pane o l’insalata (per questi è molto più comodo e vantaggioso il supermercato). Ci vai invece per fare esperienza di qualcosa che altrove non fai, e cioè non solo comprare, ma anche vedere, passeggiare, socializzare, visitare, sorseggiare in compagnia, in un contesto confortevole. Senza caratterizzare fortemente i centri storici, non si attiva quell’esperienza che fai lì e non nei supermercati. E senza questa esperienza (che lì deve accadere e in altri posti no), i centri storici si spengono come candele al vento.