magdi-allam.jpg.aspxQuesto Natale lo dedico a Magdi Allam. Dal 2003 vive sotto scorta che, come lui scrive, “lo Stato mi ha affidato per tutelare la mia incolumità fisica dai terroristi islamici, che mi hanno condannato a morte e reiteratamente minacciato”. Qual è la gravissima colpa di Magdi Allam? Ha violentato un bambino? Una stuprato una donna? Ha ucciso una persona? No. Magdi Allam ha iniziato a farsi chiamare Magdi Cristiano Allam, cioè ha smesso di essere musulmano, per seguire liberamente – e perciò convintamente – la parola di Gesù Cristo. Per questa colpa infame, qualcuno lo vuole sottoterra. Morto ammazzato. Criticare Maometto e la sua religione è motivo di morte. Nel 2009, quando smette di essere vicedirettore ad personam del Corriere della Sera, per diventare prima editorialista di Libero, poi de Il Giornale, “gli apparati investigativi avevano intercettato dei colloqui tra sedicenti imam algerini e marocchini, in cui si parlava di un attentato per assassinarmi. Ciò ha indotto il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri a irrobustire ulteriormente la mia scorta, portandola a nove uomini, con l’aggiunta di un automezzo veloce apripista che precede il convoglio di tre macchine blindate che mi accompagnano nei miei spostamenti”. Una scorta perché è cristiano e perché dice liberamente ciò che pensa di Maometto. Questo Natale lo dedico a Magdi Cristiano Allam, perché nessuno, nel nostro mondo civile, deve rischiare di essere ucciso per aver criticato Allah e aver abbracciato Gesù Cristo.

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