IMG_3270Esiste una Gipsoteca nata controlegge. È la Gipsoteca civica di Cascina. L’ha progettata e realizzata il sottoscritto da assessore alla cultura. Più di 50 gessi di età napoleonica stavano da anni tra il piscio e i cadaveri dei topi di un magazzino. Se avessi seguito pedissequamente la legge, i permessi, le procedure, i protocolli, le mansioni, le tempistiche, i francobolli, le autorizzazioni, che regolamentano i beni culturali, quei gessi stavano ancora lì tra il piscio e i cadaveri dei topi. Come la balena spiaggiata nel mare di Sassari. È da più di due mesi che la carcassa sta galleggiando alla riva, perché tra permessi, autorizzazioni, vincoli, competenze, protocolli, bizantinismi, sono coinvolti ben 18 enti, tra demanio, asl, arpas, comune di Sassari, provincia di Sassari, guardia costiera, istituto zooprofillatico, Regione Sardegna, Protezione Civile, servizio di Sanità pubblica, ufficio tutela ambientale, ufficio servizio sostenibilità, Ministero dell’ambiente, Direzione generale del Corpo Forestale di Stato, la Prefettura, il sindaco e il segretario comunale di Sorso. La balena è ancora lì a marcire. I poteri, le istituzioni si inibiscono l’un l’altro, congestionano l’azione, la paralizzano, perché la procedura è diventato il Dio moderno e la procedura fa vivere carte su carte, uffici su uffici, regolamenti su regolamenti, ma non l’azione della vita. E i beni culturali sono immobilizzati dalla legislazione sui beni culturali. Ho realizzato la Gipsoteca, con vari esperti e volontari, coinvolgendoli in orari avventureschi, pirateschi, di notte, all’alba, fuori da qualunque procedura, mossi dal massimo rispetto per la tutela e la conservazione di quelle sculture. E la Gipsoteca, sana e salva, finalmente custodita e protetta, ora è lì, aperta alle scuole e ai visitatori e non ai topi. In Italia se vuoi salvare qualcosa dall’emergenza, devi andare controlegge. Pagandone tutti i costi che questo comporta. L’amore, del resto, è sempre urgente. Ed è sempre rischioso.

 

(Foto Guido Bettini)

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