La chiesa che cambiò la storia
Hoc opus quod cernis Biduinus docte peregit. Quando lo scultore Biduino incise questa frase nell’architrave centrale della chiesa di San Casciano, vicino Pisa, non stava cambiando soltanto la storia dell’arte, ma la storia del pensiero. Lì, in modo silenziosissimo, senza nessun squillo di tromba, senza nessun imperatore o pontefice che glorificasse il momento, nacque la modernità, intorno al 1180. E non fu tanto un cambiamento di architettura, di stile, di scultura. Fu un cambiamento di visione. Quella chiesa testimonia, da quasi un millennio, un passaggio fondamentale, quanto finora non studiato, nel concetto di persona. La persona come la intendiamo oggi, nella modernità, deve molto a quanto accadde in quella chiesa sul finire del XII secolo. Biduino appunto incise “Hoc opus quod cernis Biduinus docte peregit”. Da secoli nessun architetto o scultore si firmava. Anonimo era il mirabile lavoro artistico che per secoli di generazioni veniva prodotto. Qualche firma o paternità dichiarata già era comparsa (Nicholaus alla Sacra di San Michele, vicino Torino, Wiligelmo al duomo di Modena, e poi Gruamonte, Lanfranco, Diotisalvi, Buscheto). Ma appunto erano attestati o riconoscimenti di paternità. Quel genio di Biduino scrisse quella frase latina che adesso liberamente traduciamo: “quest’opera che tu stai vedendo con attenzione, Biduino la portò a compimento”. È un passaggio fondamentale. Come mai era stato detto prima, Biduino afferma che la persona esiste, c’è, è insopprimibile, il suo nome è insopprimibile, la sua identità è insopprimibile, il suo lavoro è insopprimibile, il lavoro dell’artista non è cancellabile, non è indifferenziato e anonimo magma nel fluire del tempo. Biduino con questa forte dichiarazione non afferma solo la paternità. Afferma che l’artista produce un’opera che tu, fedele, devi osservare con attenzione così come lui stesso con attenzione e consapevolezza l’ha fatta. Il concetto di persona, che ha una sua dignità, una sua connotazione, una sua identità, un suo nome, segna lì, sull’architrave di quella chiesa pisana, un punto di svolta di prodigiosa forza. Andatela a vedere, a studiare.