L’abbazia che non deve morire
La Repubblica, cioè anzitutto i cittadini, le loro aggregazioni, le loro associazioni, le loro fondazioni, i loro desideri, non lo Stato, non le Regioni, non i Comuni, sono chiamati a salvare il patrimonio dei territori, dice l’articolo 9 della Costituzione. Tra i Costituenti, nel 1947, con Aldo Moro e Concetto Marchesi in prima fila, c’era chi voleva che fosse lo Stato ad occuparsi del patrimonio storico artistico. La lungimiranza dei Costituenti, sospinti in questo da Emilio Lussu, fu capire la miopia della posizione di Moro e Marchesi: e infatti, alla fine, rivendicarono con orgoglio che debba essere la Repubblica, cioè primariamente i cittadini, ad occuparsi di ciò che il passato e i nostri padri ci hanno lasciato in consegna, in dialogo ovviamente con le istituzioni. Ed è proprio a questi cittadini che rivolgo l’appello per una mobilitazione civile e amorosa per un’importante e fragilissima abbazia che sta morendo: l’abbazia benedettina di San Savino (XII-XIII secolo). Si trova a Cascina, dove sono assessore alla cultura e all’istruzione in un’amministrazione guidata dal sindaco Susanna Ceccardi e sorvegliata nei bilanci dal vicesindaco Dario Rollo. Le istituzioni (Stato, Ministero dei Beni culturali, Comune, Diocesi) sono necessarie, ma da sole non bastano all’abbazia. Serve una mobilitazione civile che coinvolga cittadinanza, associazioni e fondazioni di rilievo nazionale, accreditate al Mibact, già protagoniste di recuperi e riqualificazioni di riferimento, come il Fai, Italia Nostra, Civita, Mecenate90. L’abbazia di San Savino è finora un grande monumento e un grande fallimento. Sempre ho voluto aiutarla a risollevarsi dalle sue crepe, dalle sue incurie, dalle sue folli trasandatezze, e sempre ne sono stato sconfitto, come del resto gli altri, rimanendo lei stessa così immutata nei decenni: unica e perduta, straziante di bellezza e straziante di degrado. Ora però con una mobilitazione civile che coinvolga proprietà, diocesi, soprintendenza e associazioni accreditate, possiamo farcela. Insieme.