I falsi sono la morte del mercato
Arriveremo ad un punto in cui i falsi nell’arte saranno così tanti che non compreremo più un’opera nel timore che non sia vera. Arriveremo a questo momento: i falsi nati per essere venduti come veri saranno così frequenti e ben documentati che giungeranno a paralizzare il mercato stesso dei veri. Perché falsifichi un Modigliani, un Burri, un Dorazio? Per certificarlo in mostre e cataloghi e poi venderlo come fosse vero, al prezzo del vero. Cosa comporta però se sempre più casi di falsi vengono scoperti, denunciati e la stampa giustamente ne dà risalto? Succede che, fintanto i casi rimangono sporadici, tutto rimane come prima. Ma se i falsi, come sta accadendo, si moltiplicano, se la distinzione tra opere autografe, opere autenticate, opere documentate, e opere dubbie si assottiglia fino a scomparire perché i lavori – veri o falsi che siano – vengono immediatamente certificati e ufficializzati da mostre e volumi accreditanti, toccheremo un momento in cui il mercato imploderà. Nell’incertezza che la tela, la scultura, il disegno siano falsi, nell’incertezza che tutte le documentazioni fornite siano state alterate alla perfezione, nell’incertezza che anche l’expertise più autorevole sia stata condizionata da referenze, influenze e pagamenti considerevoli, nessuno comprerà più niente. Il mercato si inibirà della sua stessa forza. Compreremo le opere solo nelle case degli artisti ancora vivi, dalle loro stesse mani. E gli artisti morti, pazienza, li andremo a vedere nei musei.