sddefaultHa colpito molto l’insospettabile vandalo che viene ripreso dalle telecamere mentre entra in una galleria d’arte di Aspen, in Colorado, tira fuori un trincetto e sfregia con veloce e impassibile fermezza un dipinto dell’artista americano Christopher Wool del valore di 3 milioni di dollari. Quell’insospettabile vandalo era il figlio del proprietario dell’opera d’arte. Che cosa ci dice questo fatto? I problemi familiari sono fatti loro, le cause, le motivazioni sono fatti loro. A noi interessa quel taglio, quell’offesa. Poteva bruciargli la macchina, la casa. Invece è andato lì e ha colpito con due tagli l’opera d’arte. Che cosa ci dice questo? 1) L’arte rende iperbolico nel valore un manufatto che in concreto costa niente. Materialmente il danno è di pochissimi dollari (una tela tagliata). Virtualmente il danno è enorme (fintanto quell’opera raggiunge quei valori economici, il danno economico è grosso). 2) L’arte non è una sciocchezza. Se quella tela non avesse avuto importanza, non ci sarebbe stato l’oltraggio. Lo sfregio è la massima consacrazione dell’importanza di un’opera. Se la sfregi, la consacri, la rendi totemica. Un gelato lo mangi o lo butti, non stai a vandalizzarlo. 3) L’arte è un potente catalizzatore di energie umane, siano esse buone o cattive. Non attenti un frigorifero, una lavastoviglie. Colpisci un’opera d’arte perché attorno ad essa spesso gravitano desideri, aspirazioni, riconoscimenti, identità, prestigi. 4) Quando si dice che l’arte è sommamente inutile, è vero, a parte di declinarlo così: un frigorifero è molto più materialmente utile, ma l’arte è indispensabile a quanto di immateriale e invisibile ha un uomo. E, come sappiamo, l’essenziale nella vita è spesso immateriale e, soprattutto, invisibile agli occhi. Per questo, a differenza di un frigorifero, spesso si rischia la galera per sfregiarlo.

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