Uomini senza donne (che vanno allo stadio)
Stavo guardando un programma televisivo in cui si impiattava una fogliolina di basilico rosso con tre grani di sale rosa dell’Himalaya facendola passare come una cena adeguata per un cristiano sano di mente: così, innervato anch’io dal sacro fuoco della creazione improvvisata, ho aperto il frigorifero e ho pensato a come soddisfare le dighe di fame che mi si stavano aprendo a valanga nello stomaco (le donne di casa erano allo stadio a vedere 22 coglioni che tiravano calci ad una palla). Soffritto di scalogno fresco, poi ho indorato al fuoco la salsiccia, l’unica salsiccia che quelle filibustiere traditrici mi avevano lasciato, prima di andare con culo e camicia a tifare quei garzoncelli senza peli alle gambe chiamati giocatori. La micia accanto alla mia sedia – io la chiamo la stronza – miagolava a catena per mangiare e aveva finito i croccantini al salmone. La sera stava virando in disperazione, così, non sapendo essere crudele, ho dato la salsiccia alla stronza ed io ho invidiato, con lo stomaco aperto definitivamente a valanga, il cristiano perso di mente che, in tv, stava degustando a lungo la fogliolina di basilico rosso, innevata dal sale tibetano.