Gesù ferito dal politically (in)correct
Mercoledì 20 maggio 2015 – San Bernardino da Siena – a casa, a Taurianova
No, Dio non è morto. Non Gesù Cristo. Nessuno può ucciderlo. Lui che resistette alla crocifissione e alla sepoltura. Alla cattiveria dei sapienti e dei potenti. Non può morire e non muore. Patisce. Quello, sì! Perché scelse di indossare la carne e le umane miserie. Come ognuno di noi, sentì e sente la sofferenza dell’offesa e del tradimento, prima che il dolore dei chiodi e delle fruste.
Oggi più che mai.
In questi tempi di superficialità e negazione. Di parzialità e malafede. In questi giorni in cui una piccola croce di legno appesa ad un chiodo su una parete spaventa più di una condanna a morte. In questo mondo in cui una capanna di sughero e tre statuine riescono a spaventare tanto da essere considerate immorali e offensive di chissà quale umano equilibrio zoppo, cieco e sordo.
Un mondo di finta fratellanza, accoglienza, condivisione, compassione. Un mondo in cui un profugo è, in verità, un sorta di bancomat per la malavita e la delinquenza politica. In cui i poveri chiudono gli occhi e consegnano l’anima sui marciapiedi delle città troppo veloci e disattente. In cui non c’è perdono per chi sbaglia, ma catene per chi non soggiace.
Gesù Cristo, il Nazareno, nostro Fratello, Padre, Figlio e Amico, patisce. Sì. Per la leggerezza con cui si pretende di cancellare duemila anni di cammino dell’Uomo sulla strada luminosissima di Dio (e lo scrivo senza più l’* di D*o), per la violenza delle menti contorte di ignoranti intellettuali inutilmente senza fede, per il doppiogiochismo di chi si vende al mercato della falsa fede malamente seminata da falsi profeti sui terreni più aridi dell’animo umano. Patisce una seconda croce quando i silenzi politici consentono migliaia di morti che avrebbero potuto essere evitate. Subisce il dolore lancinante dei chiodi del supplizio quando la maggior parte del suo gregge finisce i propri giorni nell’incantamento dei cellulari e dei computer, senza più godere della bellezza della preghiera.
Soffoca nel buio dello spirito del sepolcro dell’umanità, quando volge lo sguardo verso di noi e ci scorge immersi nella ricerca esasperata di altri olimpi da accostare al Suo gioioso Paradiso.
No, Dio non ha bisogno del politicamente corretto. Dio è scelta.
Fra me e me. Forte dell’Anima mia.