Non ci penso neanche a sotterrare in giardino la spilla del fascio che un anziano reduce di guerra mi donò con tanto amore prima di morire. Non consegnerò MAI all’orafo, per farlo fondere, il grande fascio littorio in argento regalatomi da un amico. Non getterò MAI il busto, la maglietta, la penna, l’accendino, il portachiavi, il calendario e l’orologio con i simboli del ventennio. Non strapperò la copia autografata di “Parlo con Bruno”, il libro che il Duce dedicò all’eroico figlio morto in azione. Sono oggetti di una collezione che non offende nessuno e non esalta nessuno. Segni di un periodo storico che, pur controverso, ha dato all’Italia molto più di quanto non stia dando la peggior politica che qualsiasi cittadino italiano potesse temere dai propri rappresentanti “democratici”. Sono simboli che non possono più spaventare, perché non sono semi di raccolti futuri. Non sono così sciocco da vivere di fantasmi. Parlo con Bruno

Il Duce è morto. Come sono morti milioni e milioni di uomini in tutto il mondo da quel 1945 ad oggi. Di ognuno di loro resta il ricordo ai propri cari ed il segno del passaggio nella società, buono o cattivo che sia stato. A chiunque mi desse del fascista apologeta, risponderei con una risata e una pacca sulla spalla. Ma proprio per evitare qualsiasi rinascita di tirannide, lotterò con tutte le mie forze per impedire questa stupidissima proposta di legge presentata dal parlamentare del PD Emanuele Fiano.

A detta del deputato rosé, chiunque detenga materiale da collezione che rappresenti Benito Mussolini o l’Italia da lui fondata sarebbe ancora fascista. Forse più fascista di un fascista, e andrebbe condannato con la galera da 6 mesi a due anni. Detto fra noi, a me il “fascista” della peggiore specie sembra lui. Sordo censore a priori, impaurito da una probabile ascesa della destra nel mondo. Mi chiedo: come potrebbe un ninnolo del trenta far risorgere un’ideologia?  Se quella esistesse, esisterebbe a prescindere. E non sarebbe certamente un manganello o un fermacarte che ricordi la capoccia del duce a rafforzarla. Farebbe meglio, Fiano, a recitare un mea culpa a nome suo e di tutto il suo partito così intrecciatamene formato: è dalle loro sconfitte, dai loro errori, dalle loro insufficienze politiche e morali, dall’incapacità non solo di governare, ma di dare risposte al Popolo Italiano in ginocchio anche e soprattutto per colpa della sinistra sinistra, che la gente li sta scaricando. Gli Italiani, infatti, rimpiangono. Tante cose. Fra queste anche Mussolini e il fascismo. Che ne pensa, Fiano, sono un giovane fascista secondo lei? fiano

Io le rispondo di no. Ma sicuramente ho le idee chiare sulla necessità di riscrivere le pagine della storia d’Italia del secolo passato. Cancellarne le bugie post belliche, onorare tutti i morti alla stessa maniera, ricordarsi che una foiba è dolorosa tanto quanto un lager nazista e un gulag comunista. Così come sono certo che la pur nobile Costituzione Italiana abbia bisogno di una spolveratina, considerato che alcuni dei Padri non avevano la giusta serenità d’animo per preparare il terreno agli italiani del futuro. Le ripeto, signor Fiano, sono ancora fascista? Mi faccia arrestare!

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