Libropolis_2019Il desolante panorama culturale-editoriale nostrano registra oggi una ventina di libri al giorno (secondo un’inchiesta di Minimegaprint, nel 2016 ne sono usciti 61.188, tirati in centoventinove milioni di esemplari), firmati dagli autori più improbabili. A scrivere sono blogger, calciatori, heroes (si chiamano davvero così) di youtube, calciatori e cuochi (non chiamiamoli chef, per carità…), attori e attrici, ragazzini che raccontano le turbe dell’adolescenza e adulti poco cresciuti – un diluvio di libri che costituisce l’autopsia intellettuale del nostro Paese, poi naturalmente magnificata sui giornali, in televisione, nei talk-show… Di scrittori, nel vero senso della parola, ce ne sono sempre meno. D’altronde, non è neanche un caso che tutti questi quintali di carta siano destinati a un pubblico sempre più disinteressato. Aumentano i libri e diminuiscono i lettori, insomma.

Eppure, non mancano iniziative indipendenti e coraggiose animate dalla volontà di aprire oasi di pensiero nel deserto che avanza e sperimentare nuove ermeneutiche per comprendere il presente e il futuro. È il caso di Libropolis, il festival dell’editoria e del giornalismo più “irregolare” d’Italia, giunto alla sua terza edizione, articolata in tre giorni di libri, appuntamenti e dibattiti su attualità, economia e politica. Nel magnifico Chiostro di Sant’Agostino, a Pietrasanta (Lucca), tra venerdì 18 e domenica 20 ottobre si susseguiranno oltre trenta incontri, dedicati ai temi più svariati, ma legati da un filo rosso, esplicitato da Alessandro Mosti, deus ex machina dell’iniziativa, insieme a Sebastiano Caputo e Lorenzo Vitelli«L’analisi dei fatti e degli eventi che caratterizzano la contemporaneità, la crisi del sistema democratico e della società liberale, l’affermarsi dei movimenti populisti, il ruolo delle élites e le dinamiche del mondo multipolare». L’obiettivo, continua Mosti, è «creare un momento in cui fermarsi a riflettere sui grandi temi della modernità, senza pregiudizi o preconcetti, ma con l’obiettivo di ragionare, capire, discutere, coltivare l’arte del dubbio e stimolare le coscienze». Un’utopia, verrebbe da dire, considerando lo stato attuale delle cose – fino a un certo punto, in realtà, come ha dimostrato il successo delle precedenti edizioni.

Per rendersi conto degli orizzonti e del livello qualitativo di Libropolis basta dare una rapida occhiata all’elenco degli ospiti di quest’anno. Organizzato in collaborazione con il periodico online L’Intellettuale Dissidente e GOG Edizioni, con il patrocinio del Comune di Pietrasanta, l’evento annovera tra i suoi protagonisti Giovanni Lindo Ferretti, Franco Arminio, Giampaolo Rossi, Massimo Fini, Franco Cardini, Stenio Solinas, Alain De Benoist, Marco Tarchi, Davide Brullo, Thomas Fazi, Giuliano Noci, Fabio Massimo Parenti, Alberto Zanconato, Gabriele Marconi, Donato Novellini e Giancarlo Padovan.

Chiostro_PietrasantaMa Libropolis non è solo giornalismo e attualità. Oltre agli appuntamenti di cui sopra, più di venti case editrici indipendenti presenteranno le loro novità. Passeggiando per il Chiostro si potranno trovare i volumi di editori come GOG, Bietti, La Vela, Il Cerchio, Piano B, Guerini&Associati, Edizioni dell’Asino, Zambon, Eclettica, Atlantide, Mimesis, Edizioni di Comunità, Sandro Teti, Quodlibet, Valigie Rosse, Oaks, CartaCanta, Fuoriscena e Aterios. Libropolis, infatti, intende valorizzare quella piccola e media editoria che si batte eroicamente per confezionare edizioni il cui pregio non ha nulla da invidiare a quello dei grandi gruppi che monopolizzano le librerie, le colonne dei giornali e i “dibattiti” televisivi, spesso producendo libri un tanto al chilo, visti solo come beni di consumo. Un mondo culturale diversificato e dinamico, parallelo a quello “ufficiale”, animato da faglie e dibattiti la cui eterogeneità non può che colpire chiunque non si fermi alle classifiche dei “più venduti” stilate da rivistucole e giornaletti à la page.

Editoria e giornalismo, dunque, ma anzitutto, conclude Mosti, «uno spazio libero di riflessione, un territorio franco, oggi mancante, in cui dibattere sulle forme possibili di riorganizzazione del presente, fornendo nuove sintesi di pensiero, allo scopo di contribuire a sviluppare un pensiero critico necessario per cogliere la poliedricità del mondo moderno, senza semplicismi né preconcetti». Una palestra intellettuale quanto mai necessaria, per provare a decifrare i caratteri del disastro politico che connota il nostro presente.

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