Estasi dell’ ORO..
> Si chiude con un forte rimbalzo dei mercati un trimestre condizionato dall’epidemia mondiale e caratterizzato da una grande volatilità.
> Tra le principali attività, la miglior performance dei primi 6 mesi del 2020 la fa registrare l’Oro (sesto trimestre consecutivo in positivo) con un +17%, seguito dal Nasdaq con un +12% e dal treasury decennale USA con un +10%.
> Per l’Oro si è trattato di una chiusura di trimestre al più alto livello di sempre verso il dollaro USA.
> Il Silver registra un -1% nel semestre, rispetto ad un indice sulle commodity che invece perde nel medesimo periodo il 27% a causa della discesa del petrolio (-35%).
> Completando il quadro, abbiamo l’indice S&P che segna un -4%, il Dow Jones -9% ed il settore real estate USA -15%.
> Da rilevare che l’Argento dopo il crollo anomalo e sorprendente del primo trimestre, chiude il secondo trimestre dell’anno con un rialzo del 28% (solo il Petrolio ed il Nasdaq hanno registrato rialzi superiori nel periodo), recuperando i valori di inizio 2020.
> Il Gold Silver ratio dopo aver raggiunto, nel mese di marzo, il massimo storico di 123 si è attestato nuovamente sotto 100 (99 once di Silver per 1 oncia d’Oro).
> Particolarmente interessante è il confronto tra l’andamento degli indici azionari americani (che hanno segnato massimi storici ripetuti negli ultimi 2 anni), da settembre 2018 a giugno 2020, rispetto all’Oro e al segmento delle Gold mining shares.
> Ebbene l’indice Dow Jones, se misurato in Oro, perde circa il 36% verso il metallo giallo e l’indice S&P perde il 42% in raffronto all’indice delle Gold mining shares.
> Ciò mostra la fase negativa (quasi 2 anni) dei mercati azionari in termini reali nonostante i marcati rialzi nominali degli stessi.
> Non è un informazione che la comunità e la stampa finanziaria ha interesse a mostrare, tuttavia nell’attuale contesto di immissione senza limiti di nuova moneta, da parte delle banche centrali, è di assoluta rilevanza.
> Oltretutto la salita dei mercati, dipesa per lo più dai trilioni di dollari stampati, hanno provocato l’illusione che l’economia sia in buona salute.
> Basterebbe analizzare i tassi di disoccupazione, saliti velocemente anche a causa del Covid, o i tassi di default delle imprese nonché I tassi di default sui mutui e sulle altre categorie di prestiti, per comprendere quanto non sia più sostenibile il livello di indebitamento raggiunto.
> Le gestione delle ultime due crisi da parte delle banche centrali – quella del 2008 e quella attuale – ha determinato un esplosione del debito mondiale (passato daI 140 mld di dollari a 275 mld di dollari) e, dal 2009, una salita del Dow Jones di 5 volte e del Nasdaq di 10 volte.
> Ciò nonostante l’indice Dow Jones verso Oro, dal 1999 ha perso circa il 67%.
> I dati in America sono in netto peggioramento ed il sistema dollaro si sta deteriorando mese dopo mese.
> A giugno il debito pubblico ha raggiunto i 26 trilioni di dollari, i sussidi alla disoccupazione sono risultati pari a 200 miliardi di dollari solo negli ultimi 2 mesi, il deficit annuale si stima raggiungerà i 4 trilioni di dollari (18% del GDP) ed il rapporto tra debito pubblico e GDP supererà il 100% alla fine dell’anno corrente.
> Anche per questo la domanda di Oro fisico, altissima nell’ultimo trimestre, non da segni di rallentamento e nell’ultimo mese è salita enormemente pure la domanda di Argento fisico e gli analisti parlano di richieste di consegne fuori controllo.
> Ricordiamo che in Marzo il Comex (CME) e il London bullion market association (LBMA) decisero arbitrariamente di cambiare le regole di consegna dell’Oro fisico (per i lingotti da 100 once) presso LBMA. Tutto ciò per evitare il default del contratto nelle consegne ed incoraggiando al contempo l’uso di un nuovo contratto sul Comex che, in caso di consegna, prevede l’emissione di un certificato da 400 once con proprietà frazionata……
> Inoltre per mostrare il pieno controllo nella gestione del mercato dell’Oro fisico, decisero di aprire alle consegne anche per il contratto con scadenza ad aprile (che per standard non è un mese di consegna) ma le richieste inaspettatamente sono state sorprendenti!!
> Considerate che negli ultimi 5 anni ad ogni scadenza del contratto future dell’Oro si è assistito a consegne di fisico in media per 6.000/10.000 contratti con un massimo di circa 16.000 contratti nel mese di Giugno del 2016.
> Ebbene ad aprile 2020 le richieste di consegna sono state per 31.000 contratti e nel mese di giugno per 55.000 contratti mentre il nuovo contratto sopra menzionato, con consegna di certificato frazionato, ha visto richieste per soli 8 contratti.
> Il mercato future si sta trasformando in un mercato fisico e a questo punto il countdown è iniziato. Con queste consegne di fisico richieste, quante scadenze potranno ancora gestire le bullion banks?
> Non credo ci vorrà molto tempo per assistere alla caduta del castello di carta costruito dalla manipolazione negli ultimi 40 anni.
> Tale situazione non si limita solo all’Oro ed infatti sul mercato dell’Argento stiamo osservando qualcosa di analogo.
> Alla scadenza del mese di Giugno i contratti rimasti aperti per la consegna sono stati circa 17.000 contro una media degli ultimi anni di 2000/3000 contratti.
> Parliamo di circa 84 milioni di once (pari ad oltre il 10% della produzione annuale mondiale) rispetto ad una disponibilità di fisico pronta per la consegna depositata sul Comex di 90 milioni di once.
> Bisogna ricordare che la chiusura di molte aziende minerarie, durante il lockdown, ha comportato una riduzione della produzione negli ultimi mesi e ciò rende ancor più difficile il rispetto delle richieste di consegna.
> A titolo di esempio due tra i paesi leader nella produzione mondiale di Silver, Messico e Perù, hanno visto nel mese di aprile rispetto ai mesi precedenti, rispettivamente una riduzione della produzione del 40% e del 74% e nel mese di maggio il trend non è previsto in miglioramento. Oltretutto la riduzione dell’attività economica impatterà significativamente la domanda di altri metalli dai quali deriva gran parte della produzione di argento, implicando un ulteriore riduzione dell’offerta mondiale di argento per il 2020.
> Teniamo anche presente che negli ultimi 4 anni la produzione annuale di Silver è scesa in maniera significativa come mai accaduto in passato. Infatti le 10 aziende più grandi del mercato, rispetto al 2016, estraggono attualmente un numero di once inferiore del 12%. Anche l’Argento usato o se preferite riciclato e immesso annualmente nel mercato si è ridotto di circa il 30% rispetto al 2012 (da 300 milioni di once a 200 milioni).
> Per concludere, credo che mai come in questo momento
> Gold, Silver e mining shares presentano tutte le condizioni per esser all’inizio di un solido bull market che potrebbe sorprendere molti.
Non vorrei che per avere l’ oro fisico alla fine ci si debba sfidare a duello , come avvenuto nel film di Sergio Leone. La musica era proprio ” estasi dell’ ORO” e subito dopo “il Triello” .
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