puppato

Laura Puppato, forte sostenitrice del Sì ed esponente di punta del Partito Democratico, si è esercitata in un raro esercizio di intellighenzia nello scrivere su Twitter:  “In effetti, a pensarci bene, c’è stata la fuga di cervelli all’estero. Sarà per quello che solo all’estero ha vinto il Sì?”. La sintesi perfetta del perchè il Pd ha straperso questo referendum. Una visione priva di comunanza col popolo. Per dirla in modo soft. Gli studenti e i dottorandi europeisti, integrati nel mercato del lavoro dominato dalle multinazionali, la generazione Erasmus, colta, globalizzata, mainstream e plurilingue sarebbero migliori, dunque, della povera ed ignorante massa di studentacci e dottoracci rimasta sul suolo patrio. Quel corpulento numero di provinciali che ha osato votare contro l’illuminante proposta renziana. La consapevolezza, insomma, passerebbe solo per le esperienze extraterittoriali. L’unica integrazione possibile del ragionamento della Puppato è quella elitista, densa di feste salottiere riservate a chi se le può permettere, un’oligarchia economica di persone qualitativamente superiori scappata dal vuoto di vocazione civile di una nazione ormai priva dei suoi migliori cervelli. La sempre verde passione per tutto ciò che è fuori dalla propria identità: l’esterofilia. Come se i 400 euro della borsa di studio dell’Erasmus bastassero davvero e non evidenziassero una discrepanza di possibilità.

Se pensate davvero che sia così, andatevene pure. Lasciateci soli nel nostro nazionalismo da cronache montane, per dirla con Giovanni Lindo Ferretti. Alle feste di paese, al rifugio sicuro del caminetto dei nonni, al tempo scandito dai campanilismi, alle balere, alle circostanziali rivalità tra confinanti, ai contagi della tradizione, ai dialetti, alle preghiere prima dei pasti, al pane quotidiano, al dover rendere conto del sacrificio dei padri, alle credenze popolari, alla scaramanzia, alla febbre calcistica, al nostro dover pendolare, alle stanze doppie trasformate in multiple, ai palazzi colmi sino all’orlo di studenti imbucati per necessità. Isolateci dentro queste cavità prive di lungimiranza, queste processioni di urla nei mercati rionali, questi carri bestiami su rotaia intrisi di intelligenze minori, questi zaini sporchi del tempo versato in metro. Statevene fuori, nella noblesse oblige del mondo multiculturale, nel divertissment del pensiero debole, tra gli informatissimi hipster che popolano i locali alternative della vostra immaginifica visione corretta delle cose. Una delle prime partenti verso il “brain drain” potrebbe essere proprio la Puppato. Perchè no? Questo stuolo di rincoglioniti che non riesce a bersi lo storytelling sull’innovazione e che al massimo spera di rottamare la propria macchina, non offre molto per voi. Quasi niente secondo le statistiche sul voto del referendum costituzionale. L’ottantuno percento dei cittadini italiani tra i 18 e i 34 anni andati a votare ha barrato il No.

Abbandonateci al populismo euroscettico delle famiglie che un figlio all’estero non se lo possono permettere, allo sforzo dei dottorandi rinchiusi nei laboratori cadenti delle università italiane, a questo esercito di straccioni che il fine settimana non vede l’ora di tornare a casa, a questa marmaglia che può dare del tu a tutti gli autisti dei mezzi pubblici d’Italia. Soli, isolati, nella nostra mediocrità da fila per l’abbonamento, alle nostre ore sotto la pioggia aspettando invano i regionali. Andate via. Meritate di meglio. Spendete le vostre meravigliose menti per un popolo pronto a recepire le vostre genialità. Proveremo a farcene una ragione.

 

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