C’era una volta la sinistra massimalista, quella che per avversario aveva il Capitale. L’eskimo, le canzoni impegnate, Guccini e il 68′, Marcuse, i libri di Lacan, una visione del mondo. Sbagliata, dimostratasi ipocrita, ma un’idea c’era. Le occupazioni, almeno quelle, avevano una base progettuale (assurda per come concepita): la rivoluzione. Oggi, quegli pseudorivoluzionari o almeno molti tra essi, fanno i Professori, specie nelle università. E si lamentano, tanto, dei loro prodotti e sottoprodotti culturali: gli studenti che contestano i tornelli. Come quelli dell’ingresso della biblioteca di Discipline Umanistiche al numero 36 di Via Zamboni: il nemico contemporaneo dell’aitante […]