La visione del mondo del Alessandro Murenu, ormai ex candidato sindaco dei pentastellati a Cagliari, è da Medioevo: dalle parti dei grillini ne sono sicuri.

Il vicepremier Luigi Di Maio è il primo a ritenere corretta questa versione: “Mi sono detto più volte preoccupato da alcune posizioni espresse al Congresso delle Famiglie di Verona, come la limitazione del diritto all’aborto o quella secondo cui la donna deve restare in casa per fare figli. Se uno dei nostri porta avanti tali posizioni da Medioevo – si legge sul sito di Unione Sarda –  non può rappresentare il Movimento 5 Stelle”. E pensare che, stando a una certa narrativa politologica, il leader grillino avrebbe dovuto rappresentare l’ala destra del grillismo, quella in grado di attirare pure i voti dei presunti delusi del conservatorismo.

Perché, almeno nelle fasi iniziali, sembrava esistere una strategia tripartita: Roberto Fico, poi divenuto presidente della Camera dei deputati, schierato a sinistra, ma in senso istituzionale; Alessandro Di Battista, che sulla politica estera ha posizioni che potrebbero essere definite “rossobrune”, sempre a sinistra, ma radicato nel revanscismo sociale e nel terzomondismo; Lugi Di Maio – appunto – al centro, dov’è possibile aggregare consensi da una parte e dall’altra. Ma lo storytelling è crollato. A dare una mano è stato il tanto stigmatizzato Medioevo.

Il Congresso mondiale delle Famiglie di Verona ha squarciato il velo di Maya: i grillini, sul piano bioetico, sono sostenitori delle istanze contrarie a quelle promosse dalle organizzazione pro life. Alcuni temi sono stati evitati scientemente durante la stesura del “contratto di governo”. Non si poteva fare altrimenti: la Lega – come abbiamo raccontato più volte – ha pescato parecchio tra i cattolici conservatori. Matteo Salvini ha ripristinato le diciture anagrafiche “mamma” e “papà” e si è affrettato a dirsi contrario ogni volta che il MoVimento 5 Stelle ha tentato la fuga in avanti su certi temi. Il ministro Giulia Grillo – come si apprende dall’Adnkronos – ha di recente dichiarato che la legge sull’eutanasia è una priorità legislativa. Non c’è nulla di cattolico – conservatore nella creatura di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. C’è, invece, molto della “new left”, quella del reddito universale, dell’ideologia ecologista, del relativismo  e del sostegno ai valori comunicativi contemporanei.

La Weltanschauung medioevale andrebbe studiata: Luigi Di Maio potrebbe accorgersi di come questa non si distingua per oscurantismo – come gli piace evidenziare – ma per la strenua difesa di quel poco che resta della “civiltà occidentale”. L’idealismo medioevale è fissato nella memoria come una pianta a croce latina. I grillini, in dottrina politica, sono elastici e malleabili per definizione. Il loro populismo, in Scienza politica, si chiama “undefined” proprio per questa specifica connotazione. L’ossessione dei pentastellati per il Medioevo è tutta qui: l’ortodossia valoriale non può che spaventare chi ha elevato il relativismo a formula sacra.

 

 

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