donato piacentini facebook

Per ogni sacerdote critico sulla visione aperturista dei fenomeni migratori, ce ne sono decine che, ogni settimana, predicano sull’accoglienza erga omnes, cioè verso tutti. È una statistica nota. Basta una ricerca cronologica. È sacerdote di campagna, uno di quelli che ha a che fare con le esigenze quotidiane delle persone. Eppure, Don Donato Piacentini, è riuscito a ispirare i commenti scandalizzati delle anime belle. Come se a parlare fosse stato un cardinale.

Politicizzata è quella parte di Chiesa che da mesi cerca di dare vita a un “partito dei cattolici”. Politicizzata è la presenza di Emma Bonino, in piena campagna elettorale, presso Ipogeo della Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio di Capodimonte, a Napoli. Politicizzata è l’omelia “anti-Salvini” durante la messa dell’Assunta. Politicizzati sono i preti rossi. Politicizzati sono quei consacrati che danno indicazioni elettorali. Politicizzate sono le diocesi che invitano i senatori a non votare per questo o quel provvedimento. Politicizzati sono gli appelli alla “resistenza” ai tempi del Dl sicurezza bis. Per un elenco completo, servirebbe una pubblicazione. Se la Chiesa è politicizzata, insomma, il povero Don Donato è in netta minoranza. Provate a intervistare un parroco critico sulle cosiddette “priorità pastorali”. Non sarebbero pochi, solo che molti preferiscono riattaccare il telefono. Ma che ha fatto di male questo curato settantenne? Don Donato Piacentini, in sintesi, ha detto che bisogna badare prima al prossimo e poi a tutti gli altri. Di sicuro ha usato un linguaggio colorito. Magari poteva troncare di netto la parte sulle collanine, sulle catenine e sulle mancate persecuzioni. Queste ultime esistono eccome, ma tant’è.

Proviamo a contestualizzare. Sora, nemmeno una settimana fa, è stata teatro di una rissa. Lo riportano anche le fonti locali. Dei migranti, stando a quanto emerso, hanno provato a piazzare della cocaina a dei ragazzi italiani. Dal rifiuto, è nata la zuffa. Un episodio che non può essere usato come metro di giudizio generale, per carità. Questa, però, è la realtà che Don Donato Piacentini ha sotto gli occhi. La provincia di Frosinone, poi, “vanta” un record: il 16,32% dei residenti, almeno ogni mille persone, ha inoltrato una domanda volta al ricevimento del reddito di cittadinanza. Lo scenario che Don Donato ha sotto gli occhi, dicevamo. Ecco che quel “guardiamo alla nostra patria”, nel senso di prendersi cura prima del vicino di casa e poi di tutti gli altri, assume quasi un’accezione pauperistica. Ecco che l'”omelia sovranista” diviene un grido d’allarme, un po’sgraziato, proveniente da una delle tante periferie abbandonate del Belpaese.

Sono ovvietà ma non vengono recepite. Di questa mancata comprensione si nutre quello che viene chiamato “populismo”. Poi c’è un ragionamento: considerato il numero delle riflessioni sconcertate emerse dopo la predica del parroco incaricato a Sora, viene il sospetto che questa “politicizzazione” della Chiesa, quella che pende a sinistra, abbia fatto comodo a più di qualcuno. Come se la Chiesa potesse addossarsi solo alle istanze del centrosinistra. Altrimenti si arrossisce per l’imbarazzo procurato da questi preti che si permettono di insidiare il campo pubblico. Il che, una volta osservati il peso (progressista) e il contrappeso (conservatore) della Chiesa contemporanea, fa almeno sorridere.

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