Bufale e fake news, chi controlla i controllori?
Questo articolo è un estratto del capitolo “Le bufale e altri terribili incubi”, contenuto nel libro “Radical Chic – conoscere e sconfiggere il pensiero unico globalista”
“Il liberal per eccellenza è in genere colui che crede alle manipolazioni dei maggiori mass media, alle storture e agli interessi dell’informazione mainstream diventando l’alfiere della verità e della trasparenza solamente quando si tratta di condurre comode crociate contro questo o quel foglietto online nato per fare clickbaiting e per spargere notizie poco credibili.
In questi giorni una grande battaglia sta coinvolgendo molto professorame virtuale ed analogico attorno ad una nuovissima priorità: la lotta alle bufale. Bene, direte voi, sarà una lotta a tutto tondo contro le manipolazioni dell’informazione, contro chi ci narra le guerre in Medio Oriente secondo la lente del proprio interesse, ma la risposta è assolutamente no.
La lotta contro le fake news promossa di questi tempi non è certo rivolta alle grandi testate canoniche, che tra ribelli moderati, Libia pacificata, Ucraine democratiche e altre simili narrazioni negli anni ci hanno abituato al peggio. Non è una lotta capace di identificare gli interessi delle lobbies internazionali, non è una lotta per la trasparenza e per una reale democrazia informativa, capace di sfruttare l’occasione per offrire un reale e più grande salto di qualità.
Non è una lotta contro un’informazione poco credibile promossa da chi informa i fatti e non sui fatti, è una lotta concentrata come al solito sui danni accessori, sugli aspetti più ridicoli e di secondo piano di un malessere, quello verso l’informazione, che invece è generale e nasce proprio da quella narrazione indirizzata ed interessata dipanatasi nei mezzi di informazione di maggior calibro.
La lotta per la verità e per la trasparenza dell’informazione, quando si nasconde dietro il solito, furbesco attacco al piccolo mentitore online di provincia, nasconde un retroscena ben più pericoloso, ovvero la possibilità (più reale di quel che si crede) che ci sia la definizione di un nuovo spartiacque, di una nuova decisione totalmente arbitaria e cablata sui paroloni presentabili di qualche bell’esperto d’occasione per limitare ancor di più gli spazi di informazione autonoma, indipendente e slegata dagli interessi del potere.
Se lasciamo a un non ben definito sistema di controllo la possibilità di definire ciò che è verità e ciò che è bufala, rischiamo di doverci subire una informazione ancor più indirizzata, ancor più prezzolata, ancor più distorta di quanto già non accada adesso.”
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