Dopo un approfondito esame tecnico-legale, la
Commissione VIA-VAS del Ministero dell’Ambiente ha approvato il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, imponendo tuttavia una serie di prescrizioni vincolanti. Questo parere positivo condizionato, confermato da fonti ministeriali, sancisce la compatibilità ambientaledell’opera ai sensi del D.Lgs. 152/2006 (Codice dell’Ambiente), ma richiede l’integrazione di misure specifiche nella fase di progettazione esecutiva. Le prescrizioni non si limitano agli impatti ambientali, ma abbracciano anche aspetti relativi alla cantierizzazione, alla gestione dei materiali, agli approvvigionamenti e alle emissioni acustiche e vibrazioni. Questa decisione, in linea con le disposizioni del DL 35/2023, rappresenta un passo cruciale verso l’avvio dei lavori per il collegamento stabile tra Calabria e Sicilia.

Il progetto del Ponte sullo Stretto, da tempo al centro di dibattiti e polemiche, rappresenta una delle opere infrastrutturali più ambiziose e controverse nella storia recente italiana (per approfondimenti leggi qui). La sua realizzazione mira a creare un collegamento permanente tra la penisola italiana e la Sicilia, con l’obiettivo di migliorare la mobilità, incentivare lo sviluppo economico e favorire l’integrazione socio-culturale tra le due regioni.

Il percorso verso l’approvazione non è stato privo di ostacoli. Il progetto ha affrontato numerose contestazioni e un complesso iter burocratico. La valutazione iniziale comprendeva ben 239 osservazioni e richieste di chiarimento avanzate dalla precedente commissione VIA, scaduta a maggio e rinnovata a luglio. Tra le principali obiezioni, il Ministero dell’Ambiente ha sottolineato la necessità di un’accurata analisi costi-benefici, evidenziando l’importanza di contestualizzare il progetto nel tessuto socioeconomico e politico attuale e di dettagliare i costi di gestione e manutenzione a lungo termine. Inoltre, sono stati richiesti approfondimenti sulla valutazione di incidenza ambientale, sul piano di utilizzo delle terre e sulle verifiche di ottemperanza.

La società Stretto di Messina S.p.A., ente concessionario responsabile dell’opera ai sensi della Legge n. 1158/1971, ha risposto con una serie di controdeduzioni e integrazioni presentate a settembre. Queste documentazioni aggiuntive hanno mirato a chiarire i punti critici sollevati, fornendo dettagli tecnici e pianificazioni aggiornate che tengono conto delle prescrizioni indicate.

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, aveva anticipato la decisione della commissione durante un convegno a Roma, esprimendo critiche verso le preoccupazioni ambientali che, a suo dire, ostacolano la realizzazione di infrastrutture strategiche. Salvini ha confrontato la situazione italiana con quella di altri Paesi che realizzano grandi opere senza incontrare simili impedimenti, sottolineando l’importanza di superare le barriere burocratiche per il progresso del Paese. Ha inoltre ribadito che il Ponte sullo Stretto rappresenta non solo un’opera ingegneristica di rilievo, ma anche un simbolo di unione nazionale e un’opportunità per rilanciare l’economia del Mezzogiorno.

Ora, l’approvazione è in attesa del vaglio del CIPESS (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile), organo che dovrà concedere l’autorizzazione definitiva e definire il piano finanziario dell’opera, in conformità con la Legge Obiettivo e le normative europee sugli appalti pubblici. Il passaggio al CIPESS è previsto entro la fine dell’anno o nei primi mesi del prossimo, e sarà determinante per stabilire le modalità di finanziamento, le tempistiche e gli aspetti contrattuali legati alla realizzazione del Ponte.

Uno dei punti più dibattuti riguarda la stabilità sismica del Ponte, data la notoria attività sismica dell’area dello Stretto di Messina. In questo contesto, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha preso le distanze da eventuali relazioni tecnico-scientifiche redatte da suoi dipendenti riguardanti il progetto.
L’INGV ha chiarito che qualsiasi contributo prodotto nell’ambito di accordi di collaborazione, come quello stipulato con l’
Università La Sapienza di Roma, rappresenta esclusivamente il parere degli autori e non impegna l’Istituto. Questa posizione è stata espressa per tutelare l’autonomia scientifica dell’ente e per evitare coinvolgimenti in polemiche relative alla stabilità sismica del Ponte, sottolineando che le relazioni tecniche non rappresentano una posizione ufficiale dell’INGV.

Inoltre, associazioni ambientaliste e organizzazioni non governative hanno espresso preoccupazioni riguardo all’impatto sull’ecosistema marino, sulla biodiversità e sulle comunità locali. Si teme che la costruzione possa alterare significativamente gli habitat naturali, influenzare le rotte migratorie di specie marine e avere effetti negativi sulle attività di pesca tradizionali. In risposta, le prescrizioni della Commissione VIA-VAS includono misure per mitigare tali impatti, come piani di monitoraggio ambientale, l’adozione di tecnologie costruttive a basso impatto e programmi di compensazione ecologica.

Sul fronte economico, l’investimento previsto per il Ponte è stimato in diversi miliardi di euro, con finanziamenti che dovranno essere definiti tra fondi pubblici e privati. Il progetto è visto da alcuni come un catalizzatore per lo sviluppo economico dell’intera area, potenziando il turismo, il commercio e creando nuove opportunità occupazionali. Tuttavia, critici sottolineano il rischio di sforamenti di budget, ritardi e la necessità di garantire una gestione trasparente ed efficiente dei fondi.

La realizzazione del Ponte sullo Stretto rappresenta dunque una sfida multidimensionale, che coinvolge aspetti ingegneristici, ambientali, economici e sociali. Mentre le istituzioni procedono con gli iter autorizzativi, il dibattito pubblico rimane acceso, riflettendo le diverse visioni sul futuro delle infrastrutture italiane e sul modello di sviluppo da perseguire.

Da un punto di vista tecnico, il progetto prevede la costruzione di un ponte a campata unica, che sarebbe il più lungo del mondo nel suo genere, utilizzando tecnologie all’avanguardia nel campo dell’ingegneria civile. La progettazione dovrà tenere conto delle condizioni geologiche e meteo-marine dello Stretto, caratterizzato da forti correnti, venti intensi e un fondale complesso. Inoltre, dovranno essere implementati sistemi di sicurezza avanzati per garantire la resistenza strutturale in caso di eventi sismici o altri fenomeni naturali estremi.

Dal lato giuridico, l’opera si inserisce in un quadro normativo complesso, che richiede la conformità a numerose leggi e regolamenti nazionali ed europei. Tra questi, oltre al già citato D.Lgs. 152/2006, vi sono le direttive sulla tutela delle acque, sulla protezione degli habitat naturali e delle specie selvatiche, nonché le norme in materia di appalti pubblici e concorrenza. La trasparenza nelle procedure di gara e l’adozione di criteri di sostenibilità ambientale e sociale saranno elementi fondamentali per il successo del progetto.

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