Platì: aribluff Piiddino!
Ci risiamo!
Vi ricordate di Anna Rita Leonardi? Era la calabresella piiddina che avrebbe dovuto sfidare la ‘ndrangheta candidandosi, a nome di Matteo, a sindaco di Platì. Fiondata nel piccolo centro aspromontano direttamente dalla Leopolda del noto Renzi. Ebbene, la fionda ha sbagliato bersaglio, perché, a Platì, della Leonardi non c’è traccia. Quantomeno non c’è la sua presenza tra i candidati a sindaco per le prossime amministrative. Uno dei tanti fenomeni mediatici renziani tutto fuffa e niente ciccia. I cittadini di Platì se ne faranno una ragione, ma noi non possiamo continuare a giustificare e a perdonare questa brutta politica degli annunci con squilli di tromba e successiva fanfara di un PD che, ahi loro, si trova più “dentro” che fuori.
“Questa scelta nasce anche a seguito di alcune vicende che, da un anno e per un anno, continuano a perdurare sul territorio Platiese. Vicende che rendono queste elezioni, ancora oggi, non un alto momento politico, ma una farsa degna del peggiore sceneggiatore.” Scrive Anna Rita Leonardi sul proprio profilo facebook annunciando la ritirata. E cosa si aspettava, la pupilla di pinocchio, già bersaniana convinta, che alla notizia della sua candidatura le durezze di un certo Aspromonte si sarebbero sciolte come un buon gelato alla mandorla della sua amata Reggio? Cosa sperava, di disintegrare la ‘ndrangheta col suo progetto di implementare i corsi di cucito e ricamo a punto a croce? Da queste parti, la politica, la si fa con le palle: o c’è l’hai o te ne stai a casa. E lei se ne sta a casa.
Secondo alcuni malpensati, per altro, la Leonardi, affiancata dai “big” del Partito Democratico calabrese, non sarebbe riuscita neanche a completare la propria lista. E’ questo, probabilmente, il vero motivo della ritirata francese, dopo l’avanzata spagnola. Altro non è credibile. Né siamo pronti a subire la solita solfa delle pressioni o minacce: in Calabria, come nel resto del mondo, ripeto, è solo questione di coraggio.