Immigrati a scuola: 650mila euro buttati!
Per chi tra i miei affezionati lettori non avesse avuto la possibilità di leggerlo, ripropongo il mio articolo sullo spreco di denaro pubblico che si consuma in Calabria, nella Piana di Gioia Tauro, con il solito alibi della falsa accoglienza.
Inaugurato in pompa magna, alla presenza di Nicola Irto, presidente del Consiglio Regionale della Calabria, e di tutta la sua corte piddina, quando il sacco della befana non era ancora completamente svuotato, il centro polifunzionale per migranti “Donna Livia” di Taurianova, nel cuore di quella Piana di Gioia Tauro invasa da migliaia di africani regolari e soprattutto non, è stato subito sigillato e mai utilizzato. 545mila euro sborsati per la ristrutturazione e 107mila spesi per l’acquisto di arredi e attrezzature. Per una piccola costruzione rurale, edificata in tempi lontani tra i boschi d’ulivo e rimasta inutilizzata per decenni. Valore commerciale? Zero! Eppure, in questi cinque mesi, un impianto di illuminazione esterna costantemente acceso la fa sembrare una sorta di faro nella nebbia dell’immigrazione clandestina forzata.
Dove si terranno mai questi corsi di formazione al lavoro per i regolari fra gli immigrati che vivono nelle tendopoli e negli accampamenti più disumani che si possano immaginare fra le fresche frasche degli agrumi della Piana? Dove stanno svolgendo il loro compito socio-psicologico e ricreativo i responsabili dell’associazione culturale “Parallelo38”, co-assegnataria della gestione del centro assieme All’Auser, che, invece, dovrebbe occuparsi della gestione amministrativa? Dove si stano divertendo i migranti, e da quale internet point stano chattando coi parenti rimasti nelle capanne in mezzo alle foreste equatoriali? Non certamente da quello organizzato per loro all’interno del centro fantasma, e costato migliaia di euro. Uno solo dei tanti computer, fattura alla mano, è stato pagato ben 1 647,50 euro (+IVA) ed è dotato di un processore i7 da 3,9 GHz, 32 Gb di memoria RAM e 1 Tb di hard disk: praticamente una dotazione da centro NASA, utile per contattare i fratelli col naso a trombetta e le antenne dietro le orecchie. Certo che deve essere difficile passare dalla lingua bambara o wolof all’italiano. Se, al posto di un lapis e un quaderno a righe diventa necessario un armamentario di ultimissima generazione. Oppure ci troviamo difronte ad una ottimistica e allegra gestione di fondi pubblici.
Del resto il buongiorno si era visto dal mattino, quando, l’amministrazione comunale di Taurianova aveva assegnato ben 55mila euro al progetto da dividersi fra le due associazione assegnatarie. Viene naturale chiedersi se si è già provveduto agli anticipi e quando le associazioni (no profit) intendono iniziare a lavorarci dentro. La risposta potrebbero darla il consigliere comunale piddino Dario Romeo e l’assessore alla cultura, dello stesso partito, Raffaele Loprete, visto che sono due tra i soci fondatori di “Parallelo38”. O, forse, potrebbe rispondere direttamente il sindaco Fabio Scionti, stesso partito, che all’epoca dell’incarico alle associazioni era impegnato nel ballottaggio per la carica di primo cittadino, ma, soprattutto, di fresca dimissione da presidente della Consulta delle Associazione cittadine. Come dire, se c’è da ballare, balliamo tutti.
I cittadini, inoltre, si chiedono dove mai siano andati ad acquistare gli arredi, i responsabili del progetto, considerando che una poltrona d’ufficio è stata pagata ben 577euro (+IVA) e un divano a due posti 859euro (+IVA). E, altro cruccio civico, chi sta pagando la bolletta del consumo di energia elettrica, visto lo sperpero vergognoso delle lampadine accese 24h su 24 per un centro chiuso prim’ancora di essere aperto. Quando al dubbio si unisce l’evidente certezza, non vi è confine per lo schifo.