Il Governatore rosso affonda la Calabria
L’unica speranza di salvare la Calabria? Le dimissioni del suo immobile Governatore: Mario Oliverio. Dopo il doppio avviso di garanzia, l’obbligo di dimora e l’accusa di abuso d’ufficio e corruzione è il minimo che lui possa fare.
Peccato però che, il lupo rosso della Sila (così viene chiamato Oliverio in terra calabra) non si dimetterà mai. A costo di affondare con tutta la nave, come farebbe un buon capitano. Ma, forse, lui non lo è. Certo, è quello che farebbe un buon politico. Ma non accadrà. Purtroppo. Lui, il renziano della seconda ora, l’uomo forte del PD in Calabria, non cederà. Non mollerà lo scettro del comando. Del potere. Continuerà a regnare a distanza dal suo piccolo paese dove è costretto a stare. Continuerà ad impartire ordini a distanza alla sua giunta tutta tecnica. Una giunta inutile, o quasi, che ha ingolfato la Calabria.
È vero, bisogna essere garantisti: Gerardo Mario Oliverio non è stato né processato né condannato. È innocente. Almeno per ora. Ma le dimissioni sarebbero un gesto di buonsenso, di amore per la propria terra. Illusa, bistrattata. Abbandonata. Una terra senza speranze. Ma che può avere un futuro.
Forse Oliverio ha paura di lasciare spazio all’onda azzurra. Un’onda pronta a spazzare via la sinistra e prendere possesso della cittadella regionale. Ad espugnare la roccaforte del PD. Gli azzurri hanno già dato prova della loro forza qualche settimana fa a Reggio Calabria. Migliaia di persone unite sotto la stessa bandiera, mossi dalla stessa voglia: cambiare la Calabria. Ci riusciranno? Oggi non è dato saperlo. A muovere le fila e a mostrare i muscoli c’è il neodeputato Francesco Cannizzaro. Sarà lui il prossimo candidato a Governatore? I segnali ci sono tutti. Chissà… Ma, dopo i muscoli, deve mostrare il coraggio. Come? Lasciandosi alle spalle i vecchi politici e politicanti, già in fila per elemosinare una candidatura. Sono lì, pronti a saltare da un carro all’altro. A cambiare casacca. A presentarsi con un nutrito pacchetto di voti. A loro, a quelli che hanno contribuito ad affossare la Calabria non bisogna dare spazio. No, neanche retta. Deve finire la politica del clientelismo e del “cumpari”. C’è bisogno di aria nuova, fresca, come la brezza marina dello Stretto. E se gli azzurri vogliono essere quel respiro d’aria pulita devono ricominciare.
Aspettare le prossime elezioni potrebbe essere troppo tardi. Oliverio, faccia un favore alla Calabria, faccia un favore ai calabresi: si dimetta. Abbiamo bisogno di tornare a sperare. A sognare. A vivere. E lo dico da figlio di Calabria.