Carola, la capitana “fuorilegge”
Da oggi siamo tutti liberi! Liberi come Carola Rackete di non rispettare le regole. Liberi di infrangere la LEGGE! Liberi di fare ciò che ci pare. Da oggi chiunque potrebbe non fermarsi all’alt della polizia e passare il semaforo con il rosso. Chiunque sarebbe giustificato. D’altronde ce lo insegna la in-giustizia italiana. Sappiamo bene che non si fa, che le LEGGI vanno SEMPRE rispettate e osservate ma qualcuno potrebbe dire “Ah, e perché per Carola le leggi non valgono e per me sì?! Forse perché lei è tedesca e si portava dietro un gruppo di immigrati?” Sì, proprio così!
Per Alessandra Vella, Gip di Agrigento, la capitana della SeaWatch non ha commesso alcun reato. Voi direte: “Ma come?? Non si è fermata all’alt della Guardia di Finanza; ha quasi schiacciato una motovedetta mettendo a rischio la vita degli uomini in divisa; ha opposto resistenza a pubblico ufficiale. Com’è possibile che non paghi? Come è possibile che il giudice faccia finta di nulla?” Eppure, così è deciso. L’udienza è tolta, si direbbe in questi casi. Carola è libera. I grillini controbattono a Salvini che, in queste ore attacca i giudici e, attraverso il ministro della giustizia Bonafede dicono: “Bisogna rispettare le sentenze.” Ma l’indignazione cresce. Eccome se cresce.
Tutte le accuse sono decadute e la comandante Carola è tornata in libertà. Chi glielo dice ai finanzieri che rischiavano di morire a causa delle sue manovre azzardate? Chi glielo spiega a quegli uomini oltraggiati dal comportamento di Carola? Nessuno. Per loro, certamente, sarà una ingiustizia. Come dargli torto. Eppure, i rappresentanti della capitana difendono a spada tratta l’operato della loro eroina e attaccano perfino la Guardia di Finanza dicendo ciò che è giusto e sbagliato fare in casi come quelli che abbiamo visto venerdì sera sul molo di Lampedusa. “È irresponsabile che anche nel momento in cui è stato violato un alt si faccia un tipo di manovra ostruttiva nei confronti di una nave che non voleva certamente minacciare o bombardare”, ha detto, con fare spocchioso, la portavoce di SeaWatch Giorgia Linardi. E aggiunge: “La Guardia di Finanza ha deciso di infilarsi nello spazio già ridotto tra la nave e la banchina nel momento in cui la nave stava già attraccando.” Ma chi ha dato l’ok a Carola per entrare in porto? Chi gli ha dato il permesso di attraccare in quella banchina? Nessuno! La Guardia di Finanza stava facendo il proprio mestiere. Ora sono loro a dettare la legge a casa nostra. Sono loro a dirci cosa dobbiamo fare? A quanto pare.
Non c’è dubbio, la decisione sembra più politica che altro. Una decisione che offende chi, ogni giorno, lavora per la nostra sicurezza. Infanga gli uomini e le donne che, con dedizione, si sacrificano per noi. Questa storia però a qualcosa è servita. Non a noi, ma alla ONG tedesca. A cosa? A fare cassa. La SeaWatch ha raccolto centinaia di migliaia di euro per le spese legali della Capitana. Quanto? Più di 500 mila euro. Ma li restituiranno visto che non serviranno più a Carola considerando che è stata scagionata e, per la legge italiana è innocente? Credo proprio di no.