Occhio agli assegni (e alle multe del Tesoro)
Fate attenzione a quando ricevete un assegno. E badate bene che rechi la dicitura “Non trasferibile“. Sì, è vero: ormai tutte le banche emettono solo assegni non trasferibili, ma vi potrebbe accadere quello che è successo a Paolo Federici, imprenditore nel settore della logistica.
Lui lo ha raccontato nel suo blog, ma trovo utile riportarlo anche qui per evidenziare come ogni cavillo sia buono pur di racimolare soldi dai contribuenti.
Succede che il protagonista di questa storia riceve un assegno intestato alla sua società, lo gira alla sua banca e incassa il denaro. Fin qui nulla di strano. Ma, come racconta lui stesso, succede che:
“mi arriva una notifica del Ministero del Tesoro: mi hanno multato (di ben 43 euro) perché quell’assegno (di euro 2.150) non riportava la dicitura “NON TRASFERIBILE”. (E devo dirgli grazie, perché la MULTA sarebbe pari alla somma dell’assegno, quindi 2.150 euro …ma se pago SUBITO si accontentano del 2 per cento, quindi 43 euro!)”.
Sfortunatamente Federici non si è accorto della mancanza, magari avrebbe pure potuto dare per scontato che la dicitura ci fosse, fatto sta che deve mettere mano al portafoglio. La banca avrebbe potuto ovviare al problema mettendo il timbro, ma non si è accorta di nulla. E l’istituto di credito che ha emesso quell’assegno (probabilmente molto datato) non si è premurata di richiamare il cliente e consegnargli un libretto aggiornato.
“Ma possibile che io debba sempre pagare per colpe assurde, che certo non ho (le banche NON devono più rilasciare assegni che non siano “non trasferibili”). L’assegno in effetti NON È STATO TRASFERITO (quindi che ci fosse scritto o meno, il risultato non cambia). La nostra banca, al momento del versamento, non se ne è accorta (altrimenti bastava metterci sopra un timbro “NON TRASFERIBILE” ed il problema era bell’e risolto)”.
Dubbi legittimi a cui se ne aggiunge un altro più enigmatico:
“La multa è di 43 euro, però c’è scritto che vanno aggiunti 5 euro per il versamento. Quindi, a casa mia, 43 + 5 … fa 48. Però il “bollettino” precompilato è per 55 euro. E gli altri 7 euro? Da dove spuntano fuori?”.
Ho scritto al funzionario del ministero del Tesoro che si è occupato della pratica chiedendo delucidazioni in merito, ma, finora, non ho ricevuto alcuna risposta.
Nel frattempo, l’imprenditore non può far altro che pagare. Senza sorridere.