Interrogazioni parlamentari da cabaret
Scusate se mi permetto, ma visto che ormai ne abbiamo viste di tutti i colori, mi arrogo il diritto di presentare anche io un’interrogazione. La presento al Parlamento: vorrei che mi si spiegasse il senso delle interrogazioni parlamentari. Avete capito bene. Perché, a parte il desiderio inconscio di mostrare all’Aula le proprie capacità cabarettistiche, in alcuni casi io non ne trovo altri di sensi.
L’ultimo esempio è rappresentato dalla partita Juventus-Roma e dall’arbitraggio di Rocchi. Una questione di cotanta importanza da finire dritta dritta a Montecitorio.
“Presenterò un’ interrogazione parlamentare al ministro dell’Economia ed un esposto alla Consob”, ha annunciato il deputato Pd Marco Miccoli, ricordando che “Roma e Juventus sono società quotate in borsa, e quindi gli incredibili errori arbitrali (oltre a falsare il campionato e minare la credibilità del Paese) incidono anche sugli andamenti della quotazioni borsistiche. Per questo, con i miei atti parlamentari ispettivi, sollecito il ministro Padoan e la Consob a chiarire se ci possono essere stati atti che ledono le normative vigenti, svantaggiando e penalizzando gli incolpevoli azionisti”.
Roba che neanche il peggiore degli ultras riuscirebbe a contemplare.
Ma fosse l’unico caso, uno potrebbe pure soprassedere. Invece, la cronaca è piena di assurde interrogazioni. Qualche esempio? Natri Gaetano, deputato di Fratelli d’Italia, nel marzo scorso ne ha presentato una al ministero della Difesa sugli extraterresti, più precisamente per sapere “se intenda confermare l’attenzione da parte del governo sul fenomeno degli oggetti volanti non identificati e in caso affermativo quale sia il sistema organizzativo operante in Italia”.
C’è poi il capitolo delle scie chimiche sul quale si è esibita una vera e propria “scia” di parlamentari. Fa Italo Sandi, deputato dei Ds nel 2003, ad Amedeo Ciccanti dell’Udc fino ad arrivare a Marco Zullo del M5S che portò il problema financo in Parlamento Europeo.
C’è chi poi si è occupato della presunta scomparsa dell’auto ad aria compressa. Il senatore leghista Piergiorgio Stiffoni era davvero preoccupato: “Eolo, l’automobile che funzionava ad aria compressa, che fine ha fatto?”. Pare la stia ancora cercando.
Scilipoti, Barbato e alcuni democratici poi si focalizzarono sulla fusione fredda, Buontempo (An) e Di Pietro puntarono il dito sul signoraggio, Elio Lannutti, senatore Idv, presentò una intertogazione scritta in Parlamento sul gruppo Bielderberg. E ancora: Realacci ha interrogato Alfano affinché impedisca furti nelle stazioni dove i ladri “afferrano in maniera decisa i bagagli a turisti stranieri o a persone anziane mentre sono in procinto di salire in treno o pretendono una sorta di mancia che varia per lo più dai cinque ai venti euro”. Loredana De Petris (Sel) ha chiesto al governo cosa sappia della “carreggiata a due corsie sulla strada provinciale che collega Pizzolungo con San Vito Lo Capo”.
E gli esempi potrebbero continuare. Ma a rendere ancora più parossistica la situazione, ci si mette il fatto che il governo poi non risponde nemmeno a queste interrogazioni. Lo ha ammesso candidamente tempo fa l’ex ministro per i rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, pubblicando persino una tabellina dimostrativa.
Ecco perché prende più campo l’idea che alcuni parlamentari utilizzino le interrogazioni per fare cabaret.