Negli ultimi 15 anni, un accertamento di Equitalia è risultato errato. Dal 2014 i contenziosi sono in aumento del 36% (mentre quelli con l’Agenzia delle Entrate diminuiscono). Il neo direttore Rossella Orlandi ogni volta che parla non si esime dal ricordare che la sua nuova missione è quella del dialogo coi cittadini, della semplificazione e della “bontà” del fisco. Ma le storie di malaburocrazia e di ingiustizia rimpieono le cronache. Pochi giorni fa ne ho raccontata una abbastanza esemplare: una madre a cui le hanno ucciso il figlio e che oltre a non vedere un centesimo di risarcimento deciso dal giudice si è vista recapitare una cartella per l’imposta di registro relativa proprio alla sentenza di condanna nei confronti del killer del figlio.

equitaliaOggi ne spunta un’altra. Per una cartella non pagata, Equitalia pignora l’auto di una signora. Peccato che quell’auto venga usata per la figlia disabile. La cosa assurda è che la vittima in questione era al corrente di dovere a Equitalia 10mila euro per contributi saldati in ritardo e stava pre pagando attraverso un piano di rientro a rate. Il racconto che la signora ha fatto alla Nuova Sardegna è parossistico per eusare un eufemismo: “Il funzionario decide di pignorare la mia auto, quella che con tanto di pass per disabili, che utilizzo in funzione della legge 104. Lui la valuta, non so su che basi, 4mila euro. Mi chiede la carta di circolazione, che nella confusione di quegli istanti, non riesco a trovare. Mi prende il foglio di via e compila il verbale. Adesso io quell’auto non posso più utilizzarla. È pignorata. A meno che non saldi il debito. Intanto, sono piombata nell’angoscia e mia figlia è prigioniera in casa”.

Ora, non prendiamoci in giro. Qui di fisco amico c’è ben poco. E lo abbiamo scritto mille volte. Il punto allora è un altro: se non c’è voglia di ridiscutere e di cambiare realmente quello che non va nella macchina di riscossione, allora sarebbe il caso di fare quello che si fa con un ramo secco: tagliarlo.

 

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