Quando un politico italiano fa un viaggio in Israele, lascia sempre dietro di se uno strascico chilometrico di polemiche e polemicucce . Non è una novità: è successo, in passato, sia con esponenti di destra che della sinistra e continuerà a succedere nel futuro.

Matteo Salvini, quando era ancora uno dei47689186_10156266031463155_5338044758608576512_n leader dell’opposizione, fece un viaggio in Israele e prese una posizione molto chiara: chi vuole la pace sta con Israele. Allora fu una presa di posizione molto forte, che generò malumori anche nella base “di destra” della Lega e fece ovviamente insorgere la sinistra finto pacifista. Salvini ora è tornato in Israele, prendendo parte questa volta ad incontri di altissimo profilo sia politico (vedasi l’incontro con Netanyahu) che militare.

Salvini, questa volta, ha avuto l’ardire e l‘ardore di dire che Hezbollah è una organizzazione terroristica. In un paese normale nessuno avrebbe detto nulla, visto che è una cosa completamente palese. E invece no, il nostro è un paese molto strano e sia l’opposizione che pezzi della maggioranza grillina sono insorti: Hezbollah è un regolare partito politico, sono combattenti contro il sionismo e per la libertà e via dicendo, di cazzata in cazzata. Immaginatevi un matematico da strapazzo che tenta di convincervi che 2+2=5, ecco quelli che dicono che Hezbollah non è un movimento terroristico vogliono convincervi che 2+2=5.

Liberi, ovviamente, di credere che Hezbollah sia un’organizzazione dedita al filantropismo e che i tunnel a confine con Israele vengano costruiti, sotto gli attentissimi occhi della missione Unifil, per portare la gioventù libanese sciita a visitare i kibbutz israeliani. Liberi di crederci, ma sappiate che Salvini è dalla parte giusta della storia e voi forse un po’ meno.

 

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