No alla richiesta della famiglia Regeni di ritirare l’ambasciatore da Il Cairo
La politica estera non è roba per menti e cuori deboli. In politica estera conta o essere un ottimo broker oppure vincere, il resto sono chiacchiere per idealisti senza speranza. Non vorrei mai essere nei panni della famiglia Regeni, e non posso neanche capire il dramma di dover riconoscere il corpo di un figlio straziato dalle torture. Però siccome esiste anche la Ragion di Stato, trovo impossibile accontentare il desiderio della famiglia Regeni di richiamare il nostro Ambasciatore da Il Cairo. Farlo poi nello stesso momento in cui Macron da la Legion d’Onore ad Al-Sisi è da sconsiderati.
Chiariamoci: Al-Sisi non è uno stinco di santo. In medio oriente è complicato trovare principi azzurri con il cuore gonfio di principi democratici ed illuministi. Il massimo che si trova è qualche mezzo dittatore laico che fa fuori i ben più temibili estremisti musulmani, tipo Al-Sisi, che ha avuto il merito di cacciare i Fratelli Musulmani di Morsi. L’Egitto non sarà uno stato con un limpido “track of record” per i diritti umani? Sicuramente. L’Egitto sta facendo dei piccoli passi verso l’Occidente? Certamente. Sarà difficile? Certamente. Stiamo con i piedi per terra e non facciamoci prendere dall’emozione.
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