Un arbitro può perdere il lavoro perchè ha detto “ragazzo nero” ad un ragazzo nero? Si, ovviamente. E’ successo nella partita tra PSG e Basaksehir, una squadra turca il cui proprietario è niente poco di meno che Erdogan. Il quarto uomo Sebastian Coltescu, dimenticandosi il nome del vice allenatore del Basaksehir che si stava dimenando troppo in panchina, ha comunicato all’arbitro il nervosismo del vice apostrofandolo con “quel ragazzo nero”. Ora, il vice allenatore era tutto imbacuccato e si vedeva solo il suo viso, quindi il quarto uomo, di istinto, ha detto quelle parole. Vi sarete sicuramente trovati nella situazione in cui, per indicare qualcuno, avete usato magari in maniera poco professionale una differenziazione fisica: quel biondo, quel moro, quello basso, quello alto ecc ecc. Certo non è il massimo dell’eleganza, ma quando sei in campo e devi gestire una partita, a mali estremi, estremi rimedi. Ora Coltescu vedrò la propria carriera internazionale interrotta, e i calciatori alla prossima, dall’alto dei loro milioni, si metteranno in ginocchio per il BLM. Ironia delle ironie, Coltescu è stato accusato di razzismo dal Sultano Erdogan. Un metaforico schiaffone islamico ad un occidente mezzo moribondo.

Ascolta “Vietato dire “quel ragazzo nero”, sennò sei razzista!” su Spreaker.

 

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