grembiule

Il tramonto della sinistra in Italia si vede da piccoli episodi, un’area politica che dovrebbe difendere i diritti del popolo e dei più deboli, da tempo sostiene battaglie di senso opposto. L’ultimo caso è la contrarietà alla proposta di reintrodurre il grembiule a scuola.

Non esiste nessun capo di abbigliamento più democratico del grembiule, azzera le differenze sociali facendo sì che il bambino che indossa vestiti firmati sia esteticamente uguale al bambino meno fortunato e costretto a indossare vestiti già usati o di scarsa qualità.

È paradossale come, in una società in cui ogni giorno si invoca a gran voce la necessità di maggiore uguaglianza, di eliminare le differenze – spesso a sproposito -, ci si scagli contro il capo di abbigliamento che per eccellenza favorisce maggiore uguaglianza.

L’importanza del grembiule per i bambini serve inoltre a sviluppare il senso di appartenenza a una comunità rappresentata dai compagni di classe a scuola e crescendo dai cittadini della nazione in cui si vive.

Non uno strumento di omologazione ma un modo per abituare i bambini fin da piccoli al rispetto delle regole, alla necessità di una società ordinata e anche, in un periodo storico in cui si sta sempre più perdendo il senso estetico e il rispetto della forma, l’importanza di presentarsi nei giusti modi.

Eppure oggi il grembiule è diventato il nuovo grottesco nemico del politicamente corretto, mentre in ogni ambito del pensiero si favorisce l’appiattimento e si combattono opinioni eretiche e non conformi, nel caso del grembiule ci si scandalizza perché con il suo utilizzo si omologano i bambini. L’ennesimo cortocircuito del pensiero progressista.

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