salvini

Il risultato delle elezioni europee del 26 maggio ha determinato l’ennesimo stravolgimento del quadro politico italiano sancendo il successo dei partiti sovranisti: Lega e Fratelli d’Italia hanno ottenuto rispettivamente il 34,3% e il 6,4% superando insieme il 40% che potrebbe permettere di intraprendere un percorso nei prossimi mesi senza Forza Italia che ha subito un vero e proprio crollo dalle politiche del 2018. La crescita del consenso della Lega e di FdI ha fatto sì che gli elettori che in passato votavano per altre formazioni politiche (e in parte minoritaria si astenevano) indirizzassero il proprio voto a queste formazioni politiche determinando un significativo spostamento del consenso da altri partiti. Secondo l’analisi dei flussi elettorali realizzato da SwG, a fronte del 52% degli elettori che hanno riconfermato il proprio voto alla Lega, il 14% viene dall’astensione mentre il 10% aveva votato per Forza Italia, il 2% per Fratelli d’Italia il 2% dal PD. Il crollo del Movimento Cinque Stelle è sintetizzato dal dato secondo cui solo il 38% degli elettori ha confermato il proprio voto rispetto alle politiche mentre il 14% si è spostato alla Lega segno dell’esistenza di un elettorato sovranista anche tra le fila del M5S. Un’emorragia di voti che, unita a chi ha preferito non recarsi alle urne piuttosto che votare i grillini, ha portato alla perdita impressionante di 6 milioni e 180.000 voti mentre la Lega ne ha guadagnati 3 milioni 450.000 così come FdI 293.000. Lasciamo da parte per un attimo le motivazioni che hanno determinato la crescita di voti della Lega, su cui torneremo, per soffermarci su un altro dato: la fluidità del consenso. Se è ormai entrato nell’immaginario collettivo il tracollo del PD di Renzi passato dal 40,8% alle europee del 2014 al 18,7% delle politiche 2018, probabilmente entrerà nei manuali anche il dimezzamento dei consensi del M5S dalle politiche alle europee. Tra le principali prerogative dello scenario politico italiano negli ultimi anni c’è la volatilità del consenso dei partiti; in un periodo storico in cui l’influenza dei leader è preminente nelle scelte degli elettori, senza dubbio il carisma di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni ha influito. Ma il dato che colpisce di più analizzando i flussi elettorali delle europee, sono le scelte dei giovani italiani che, a differenza dei coetanei francesi o tedeschi, hanno preferito i partiti sovranisti. Come scrive Dino Amenduni in un articolo su Wired intitolato I giovani italiani hanno votato in massa Salvini, nel nostro paese non c’è stato l’«effetto Greta Thunberg» con il successo degli ambientalisti (anche a causa di un partito verde debole e privo di una leadership) ma, al contrario, nella cosiddetta Generazione Z (i nati dopo il 1997) «la Lega ha ottenuto un risultato addirittura superiore al dato nazionale aggregato: il 38% di chi ha votato alle Europee per la prima volta ha barrato sul simbolo della Lega, con un aumento del 21% rispetto alle politiche di un anno fa» in parallelo al calo di ben 25 punti percentuali del M5S. D’altro canto, come riportato sempre su Wired da Amenduni a novembre dello scorso anno in un articolo intitolato I giovani italiani sono i meno di sinistra dell’Europa, riprendendo una ricerca del Pew Research Center realizzata in Danimarca, Francia, Germania, Italia, Olanda, Spagna, Svezia e Regno Unito, se in linea generale «le persone più giovani nell’Europa occidentale […] tendono a essere più di sinistra», i dati in Italia sono in controtendenza con solo il 28% dei cittadini under 30 che si dichiarano di sinistra. In linea generale i giovani europei sono «più progressisti nelle loro idee sociali e politiche, più recettivi nei confronti degli immigrati e più favorevoli nei confronti dell’Unione Europea» ma nel nostro paese sui temi dei diritti civili hanno posizioni progressiste il 58% dei giovani contro il 73% della Germania, il 97% della Francia, l’84% del Regno Unito e il 90% di Spagna e Svezia. Anche sulla possibilità che gli immigrati possano rendere più forte la nostra economia i giovani italiani sono i meno convinti d’Europa, così come sulla permanenza dell’Italia nell’Ue con un euroscetticismo diffuso. Cerchiamo di capire quali sono le motivazioni che hanno portato i giovani italiani – anche tra i Millennial, i nati tra il 1980 e il 1996, dove la Lega è risultata il primo Nella cosiddetta Generazione Z la Lega ha ottenuto un risultato addirittura superiore al dato nazionale: il 38% di chi ha votato alle Europee per la prima volta ha barrato sul simbolo della Lega è risultata il primo partito con il 28% dei consensi e una crescita dell’11% dal 2018 – a votare per le forze sovraniste; prima però contestualizziamo il voto a livello europeo.

Estratto dal dossier: “I giovani italiani sono sovranisti” pubblicato dal Centro Studi Machiavelli: https://www.centromachiavelli.com/wp-content/uploads/2019/07/Dossier-19-I-giovani-italiani-sono-sovranisti.pdf