28Lug 20
Chi discute della limitazione alle libertà diventa “negazionista del covid”, così come chi esprime idee di destra è un “fascista”
Ieri al Senato si è tenuto un convegno intitolato “Covid-19 in Italia tra informazione scienza e diritto” promosso da Vittorio Sgarbi e da Armando Siri con l’obiettivo di lanciare un “Osservatorio permanente sulle libertà fondamentali”. Tra i relatori giornalisti, intellettuali, professori, filosofi bipartisan e importanti virologi tra cui la professoressa Gismondo, Zangrillo, De Donno, Basseti. Tra i relatori c’era anche Bocelli che ha pronunciato un discorso che ha fatto discutere. Partiamo da un presupposto: il covid esiste, chi dice il contrario mente, il covid ha purtroppo causato centinaia di migliaia di morti in tutto il mondo, dire “non conosco nessuno che è stato in terapia intensiva” è sbagliato poiché ci sono state migliaia di persone che hanno lottato tra la vita e la morte a causa del Coronavirus. Ma c’è un punto che solleva Bocelli nel suo discorso e che nasce dal convegno organizzato in Senato su cui dovremmo riflettere: quello della privazione delle libertà individuali sancite dalla nostra Costituzione di cui ancora oggi siamo in parte privati. Colpisce come qualsiasi tentativo di avviare una riflessione – che in altri paesi europei è data per assodata – sul tema delle libertà limitate a causa del covid, venga demonizzata, sminuita e ghettizzata. Ancor prima del discorso di Bocelli, il convegno al Senato era stato ribattezzato dai principali media come l’evento dei “negazionisti del covid”. Ma chi dei relatori nega l’esistenza del covid? Non credo i virologi presenti.
Allora perché definirlo l’evento dei negazionisti del covid? Bocelli ha fatto un’uscita infelice? Senza dubbio ma si possono definire “negazionisti del covid” Zangrillo, Gismondi, Ainis, Cassese, Porro… tutte figure intervenute al convegno? Ovviamente no, semplicemente perché non lo sono. Sembra di vedere uno schema già noto: così come chi propone idee e pensieri di destra o politicamente scorretti è tacciato di fascismo e razzismo, allo stesso modo chi invita a riflettere sulle libertà di cui siamo privati ancora oggi, diventa un “negazionista del covid”. Cerchiamo di ragionare e andare oltre i tentativi di affibbiare etichette e demonizzare ogni tentativo di discussione, la libertà è un valore primario a cui non possiamo rinunciare.