La tassa di soggiorno è una porcata
La tassa di soggiorno è una crudele porcata. Ti sposti per lavoro da una città all’altra e, oltre ad essere tassato, in modo vessatorio, con il pieno di benzina, con il sovraccarico delle autostrade, con l’IVA ad ogni acquisto, con i biglietti del treno, con i telefonini, arrivi per lavoro in una città come Venezia (ma potrei dire molte altre) per guadagnare il tuo onestissimo modestissimo pezzo di pane e ti trovi l’albergatore che ti ammolla il solito aumento sulla tariffa della camera, adducendo come motivo questa maledettissima tassa. Tu entri in una città e ti tassano. Non ti sembra la più crudele e vessatoria delle imposte? Se le città sono fatte dai cittadini, se il senso della civitas si concretizza nel nostro partecipare alla vita, alle decisioni, alle pulsioni, ai desideri che si contendono lo spazio pubblico e istituzionale, perché noi cittadini, che siamo sovrani nelle nostre città, dobbiamo essere tassati per accedervi e ristorarvi una notte? È inossidabile ma fragilissimo il legame che congiunge il cittadino ai centri abitati italiani: è davvero lungimirante, per ingrassare le tasche delle istituzioni sempre voraci nell’estorcere soldi alle famiglie, minare alla radice e violare il filo amniotico che unisce la persona alla città?