Il nostro lavoro è inutile
In fondo il mio lavoro è inutile. Il nostro lavoro è inutile. Sono anni che su RaiUno, su Panorama, sul Giornale, ho scritto, denunciato, dimostrato lo stato di patente criminalità che alberga attorno ai templi di Portuno ed Ercole Vincitore a Roma, vicino al Teatro Marcello, presso cui sono stato anche aggredito da spacciatori infami, come documentato in un mio reportage sul settimanale mondadoriano, così come in molti altri siti archeologici e artistici italiani che versano in pesantissima incuria. Risultato? Niente. Assolutamente niente. Pura indifferenza delle istituzioni, del Comune e del Ministero dei Beni culturali che dovrebbero tutelare la salute dei siti monumentali e dunque, conseguentemente, con il Ministero dell’Interno, l’incolumità cittadina delle persone attorno a questi luoghi. Invece niente. Tu scrivi, tu riprendi, tu documenti, tu fotografi, e nessuno ti ascolta. Pura superflua inascoltata voce. A che serve dunque la mia voce, la nostra voce? A che serve tanto impegnato, attento, preciso interesse se tutto finisce in un indifferenziato, compatto, marmoreo silenzio che lascia inalterata la situazione, che lascia la criminalità a se stessa e i siti monumentali ai criminali? A che giova tanto appassionato, doloroso, straziante, impotente amore?