L’Italia delle meraviglie (sconosciute)
Se fossimo francesi, questo fazzoletto di terra di cui vado ora parlando, sarebbe pubblicizzato come i quasi 300 mirabili castelli e palazzi monumentali che si assiepano, da Amboise a Chenonceau, lungo il corso del fiume Loira; se fossimo tedeschi, reclamizzeremmo questo sconosciuto fazzoletto di terra con la stessa battente promozione con cui si divulga l’isola dei musei nel cuore di Berlino (il sito tradotto in 7 lingue, i nostri Uffizi solo in 2 lingue); se fossimo americani, vi avremmo già gravitato interessi economici, produttivi e cinematografici di prima grandezza (il museo della Pizza con opere d’arte, proiezioni video, esperienze culinarie e giochi l’hanno fatto a New York, non tra Napoli e Caserta). Ma siamo italiani, maledettamente e meravigliosamente italiani, per cui questo sconosciuto fazzoletto di terra, che si annida nella provincia di Pisa, a crinale di tre comuni (Calci, Cascina e Vicopisano), è riservato finora soltanto ad un élite di viaggiatori consapevoli e attenti. In nessun altra parte d’Italia si addensano stimoli scientifici, antropologici, paleontologici, artistici, museografici e gastronomici in così pochi chilometri quadrati. Ecco un imperdibile viaggio di massimo 5-6 ore: mattina alla Certosa di Calci (sarete immersi tra dinosauri, scheletri di balenottere, fossili e minerali inauditi, acquari vivissimi con attorno uno dei monasteri affrescati e architettati più soggioganti d’Italia); poi, ad un tiro di schioppo, centro di Cascina: potrete vedere, accanto l’uno all’altro, un ciclo d’affreschi tardotrecentesco imperdibile nell’Oratorio di San Giovanni Battista e la Gipsoteca civica che conserva gessi napoleonici e ottocenteschi (creata dal sottoscritto: prima le statue erano nei depositi tra i topi); a seguire, fermatevi all’Osteria di Pasta e Vino, riconosciuta da Slow Food: lo chef Virgilio Casentini e Lucia Landi sono dei veri maghi nella creazione di piatti che non mangerete altrove; il pomeriggio, dopo pranzo, andate al borgo fortificato di Vicopisano, lì appresso, dove potete scoprire il genio del Brunelleschi impegnato non nella grande cupola fiorentina, non nell’ospedale degli innocenti e dei bambini abbandonati – culla dell’umanesimo rinascimentale -, ma in un’elegante e rocciosa struttura difensiva a torri nei primi bassi promontori dei monti pisani. Nessuna guida del Touring Club finora vi ci indirizza apertamente. Lo facciamo noi, convinti che il bello dell’Italia sia ancora tutto da scrivere e da narrare.