IMG_7120Andate dove dirupa l’umana gloria. La sua resistenza al cedimento, al definitivo crollo, la pietra che da spigolata architettura torna a farsi, pian piano, rocciame indistinto tra i rovi, è quanto di più bello e straziante possiate vedere. Andate dove cede, masso su masso, l’eremo mirabile di Mirteto ad Asciano; andate a Monterano dove il genio di Lorenzo Bernini stilizzò la chiesa di San Bonaventura che ora i rami e la terra si stanno riprendendo; andate tra le alture di Noli, dove la piccola chiesa tozza con il campanile fraterno non si abbandona alle forze soverchianti del bosco; andate ad Aquilea, dove la facciata è metà crollata, il soffitto è d’aria, e il campanile è retto da un soffio di umana tenacia; andate nella chiesa di San Francesco a Fano, che ha il cielo come soffitto, resa nobile dalle tombe malatestiane disegnate da Leon Battista Alberti, resa foresta dai piccioni che vi abbondano dei loro spurghi sulle colonne, sugli altari, sugli eleganti capitelli corinzi che fanno vaso oramai alle piante che crescono sopra, proprio come scriveva Georg Simmel “la natura ha fatto dell’opera d’arte il materiale di una sua formazione, così come l’arte si era servita in precedenza della natura per la sua materia”; Andate in questi luoghi perduti, dove frana e s’innalza in un ultimo spasmo la gloria degli umani.

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