Il confort è l’essenza dei centri storici
Puoi riempire i centri storici di musei e non avere un turista in più. Perché ciò che distingue un centro storico da un centro, non è lo storico, ma la godibilità dello storico, quel particolarissimo contesto di gradevolezza, cura, dettagli, stimoli, tale da richiamare gente al suo godimento. Il centro storico non è un concetto che riguarda la storia, bensì il desiderio e il godimento. Una necropoli è lessicalmente un luogo di storia, ma non è un centro storico. Le rovine archeologiche di Ostia Antica sono vaste ettari su ettari, ma non sono centro storico. Questo è il punto: come insegna Matera, la storia in un centro storico è puramente un contesto. Qui lo stimolo umano più preponderante non è la conoscenza della storia, ma la sua vivibilità, il nostro benessere. Mentre dentro alle Terme di Caracalla andiamo a conoscere il passato romano, nel centro storico di una cittadina, più che conoscere il passato, vuoi godere delle condizioni di gradevolezza, di bellezza che i presenti hanno fatto sul passato, passeggiate, ristori, acquisti, ritrovi amichevoli, degustazioni, stimoli per eventi e manifestazioni sociali e culturali. Un centro storico senza queste caratterizzazioni, senza questi stimolatori, non è un centro storico. Infatti, dove non vi sono queste caratterizzazioni, vi è desertificazione, spopolamento, abbandono. Mura medioevali, chiese affrescate, pinacoteche, gallerie, siti archeologici non garantiscono in se stessi nulla più della loro – epocale o modesta – storia. Il godimento, la piacevolezza, il benessere, il confort (che si traducono in lavoro, finanziamenti, guadagni, entrate, uscite, sperimentazioni, contaminazioni, amori, passioni, delusioni) sono i veri stimolatori di un centro storico, che smette di essere un luogo bidimensionale dove viene custodita passivamente la storia e diventa un luogo dove viene stimolata la tua esperienza di individuo. Perché questo? Perché il passato, come ogni altra cosa, fuori dalla tua esperienza diretta non esiste. E’ pietra nuda, senza voce. E noi le pietre informi, senza voce, le buttiamo nei fossi o le sbricioliamo per farne ghiaia per la strada.