Siamo irrilevanti e ne siamo consapevoli
Le aste internazionali ci umiliano. Tu sputi sangue per raccolte fondi miserissime per restaurare un’abbazia benedettina martoriata dalle infiltrazioni e dai crolli che distruggono gli affreschi, sputi sangue per avere centesimi di centesimi di euro da questa o quella fondazione bancaria, dal Ministero dei Beni culturali in sede vacante permanente, dal Comune nullafacente, dalla Provincia inesistente, dalla Regione superaccomandata, e niente, dopo aver raggiunto cifre che, al massimo, possono far restaurare un ostensorio, un calice o un reliquiario di quell’abbazia imperdibile, apri internet e vedi l’ennesima asta internazionale dove per una singola opera d’arte vengono spesi milioni e milioni e milioni di dollari. 646.133.594 dollari, oltre 600 milioni di dollari sono stati battuti da Christie’s per aggiudicarsi dalla collezione Rockefeller opere di Picasso, Matisse, Delacroix, Morandi, Redon, comprati da asiatici, arabi, americani, russi… E allora capisci che il tuo lavoro utilissimo è inutile. Perché tu, sputando sangue, puoi trovare anche i centesimi di euro per restaurare l’ostensorio o una porzione di affresco, ma sarai sempre in quel paese che per secoli è stato Belpaese e ora è periferia della periferia dell’impero, dove nessuno investe, dove le istituzioni sono assenti, dove i partiti pensano solo alle alleanze, e dove se gridi “qui crolla tutto”, ti dicono “è così, purtroppo”.