Xanax ad ogni telegiornale
Due dosi abbondanti di Xanax, tranquillante utilizzato in pastiglie da mettere sotto la lingua per acquietare gli stati ansiogeni e turbolenti, è quello che mi serve dopo ogni telegiornale a cena. O prendo il trapano elettrico, infilo la presa, lo impugno a dovere e mi soddisfo a crivellare con sana soddisfazione il monitor illuminato oppure, avendo le tasche vuote, mi ridimensiono nella foga animale e trangugio due dosi con un bel bicchiere di acqua di monte (quella che la notte ti sveglia a vescica piena). Perché non è possibile, non è più possibile che i partiti pensino ancora come avrebbe pensato il mio trisnonno che cavava le rape dai campi e catturava i passerotti sui tetti dei cimiteri, ovvero che in Italia contano soprattutto il Ministro dell’Economia (per i bilanci), il Ministro degli Interni (per l’ordine pubblico) e il Ministro degli Esteri (per le relazioni tra gli Stati). Cultura e Istruzione sono ministeri secondari per le anime belle, per gli scarti, per gli avanzi, per chi ha bisogno di un contentino, allora diamogli l’Istruzione, diamogli la Cultura, tanto non conta un cazzo. Che tristezza infinita, ad ogni telegiornale, sentire l’ancestrale primitivismo del mio trisnonno arrivare pari pari, indenne, esattamente specchiato, dai campi arati coi cavalli o con le vacche di fine Ottocento ai nostri attuali anni. Che tristezza infinita sentire che i politici che governano l’Italia non hanno ancora un pensiero consapevole e degnamente maturo sull’Italia.