30Apr 18
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Prezzo speciale, prezzo epocale, miglior investimento, l’affare della tua vita. È con queste parole, martellanti, ripetute a nastro continuo, che l’arte contemporanea arriva nelle nostre case attraverso la televisione e le televendite nei canali periferici. È interessante notare che il cittadino prenda contatto con le opere di Alberto Burri, Lucio Fontana, Hans Hartung, Xavier Bueno, Jacques Villeglé, Emilio Vedova, non dopo aver visitato i musei o le collezioni strepitose delle nostre città, non dopo aver visto documentari o programmi dedicati alla conoscenza o all’appassionato approfondimento, ma dopo aver girato, con lo zapping, canale dopo canale, in televisione, ed essersi brevemente […]
Il blog di Luca Nannipieri © 2024
14Apr 18
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Le grandi città d’arte hanno miopie e sordità sull’arte che i piccolissimi comuni non hanno. Non perché i piccolissimi comuni siano più lungimiranti, ma perché, avendo meno, sono portati a valorizzarlo meglio. Se Vinicio Berti, genio pittorico incontrastato del secondo Novecento italiano, fosse vissuto tutta la vita non a Firenze, ma chessò a Montelupo Fiorentino, a Pratolino o a Pontassieve, avrebbe già da anni il museo che espone in sede permanente e storicizzata le sue opere, così come Viareggio ha giustamente il museo dedicato a Lorenzo Viani, Santa Sofia ha musealizzato Mattia Moreni, Città di Castello ha incoronato Alberto Burri, […]
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13Apr 18
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Arriveremo ad un punto in cui i falsi nell’arte saranno così tanti che non compreremo più un’opera nel timore che non sia vera. Arriveremo a questo momento: i falsi nati per essere venduti come veri saranno così frequenti e ben documentati che giungeranno a paralizzare il mercato stesso dei veri. Perché falsifichi un Modigliani, un Burri, un Dorazio? Per certificarlo in mostre e cataloghi e poi venderlo come fosse vero, al prezzo del vero. Cosa comporta però se sempre più casi di falsi vengono scoperti, denunciati e la stampa giustamente ne dà risalto? Succede che, fintanto i casi rimangono sporadici, […]
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17Gen 18
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Pier Paolo Pasolini, negli anni ’60 e ’70, affermava poeticamente, in più scritti, che il rischio del nostro tempo, il rischio di tanti intellettuali e artisti, è quello dell’essere persi “in un puro intuire in solitudine”. L’Astrattismo, che è la lingua del Novecento, ha sempre rischiato – e come linguaggio tuttora rischia – questo: l’essere perso in un puro intuire in solitudine. Cioè testimoniare soltanto l’afonia della propria voce, l’incapacità di cambiare o di incidere qualcosa nel mondo. Da grande sperimentazione che, da fine Ottocento, con Redon, superava l’obbligo della raffigurazione di ciò che vedevano gli occhi, da grande perlustratrice […]
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