In fondo perché abitò di più le vallate, le colline e i boschi rispetto alle piazze, alle cattedrali, ai chiostri, ai palazzi delle città? Perché Mauro Staccioli (1937-2018), da scultore, aveva intuito che, negli spazi condivisi della città, la scultura, nella contemporaneità, diventa decorativa, ornativa, non potendo essere, come lo è stata per millenni, fino al fascismo, civilmente funzionale. Nelle città la scultura contemporanea non ha funzioni pubbliche, se non di scenografia, di fondale scenico. Le armoniche, equilibrate, sospese sculture di Staccioli sono (grandi) opere d’arte se stanno tra gli orizzonti delle colline, dei prati, dei boschi: diventano invece orpello, […]