12Mag 18
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In fondo era ampiamente prevedibile: nell’arte l’astrazione, che è stata la lingua prevalente del Novecento, non poteva vivere a lungo come dominante, come egemonica, perché l’uomo non vive senza segni, senza simboli, che l’astrazione a lungo ha soppresso pensando di darsi completamente asignica, asimbolica, analfabetica, gesto puro senza connotati di razionale lettura, come invece accade leggendo un romanzo, una poesia (le parole sono segni), guardando uno spettacolo teatrale (i personaggi sono catene di segni), ascoltando una canzone (i brani sono successioni di segni), seguendo un film (trama, lingua e ripresa cinematografica sono alfabeto signico). Il gesto puro, il monocromo, il […]
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14Apr 18
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Le grandi città d’arte hanno miopie e sordità sull’arte che i piccolissimi comuni non hanno. Non perché i piccolissimi comuni siano più lungimiranti, ma perché, avendo meno, sono portati a valorizzarlo meglio. Se Vinicio Berti, genio pittorico incontrastato del secondo Novecento italiano, fosse vissuto tutta la vita non a Firenze, ma chessò a Montelupo Fiorentino, a Pratolino o a Pontassieve, avrebbe già da anni il museo che espone in sede permanente e storicizzata le sue opere, così come Viareggio ha giustamente il museo dedicato a Lorenzo Viani, Santa Sofia ha musealizzato Mattia Moreni, Città di Castello ha incoronato Alberto Burri, […]
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02Dic 17
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Enrico Castellani, scomparso ieri, è stato il mutismo dell’arte. I morti si rispettano. Gli artisti si giudicano. L’astrattismo che è stato il linguaggio del Novecento, dopo Burri e Fontana, è diventato una voce afona. Il solipsismo della forma. Il puro intuire in solitudine. Chi ne avvertì l’abisso solitario di sostanziale irrilevanza sociale fu Vinicio Berti (il solo audace tra gli artisti dell’Astrattismo Classico, seguito da Alberto Gallingani), ma gli altri artisti che si mossero, come Castellani e Bonalumi, nella ricerca della pura forma, si incolonnarono in un vicolo che li ha visti contigui nella sperimentazione, diventandone sostanzialmente afoni. L’informale, lo […]
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06Ott 17
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Sindaco Nardella, crolla miseramente a terra l’arte contemporanea strombazzata che hai messo due settimane fa in Piazza della Signoria a Firenze, come fosse stata allestita da un principiante delle scuole superiori. Il crollo della statua di cera di Urs Fischer è il simbolo più chiaro e ridicolo di un modo fieristico di concepire l’arte che è arrivato al capolinea. A Firenze hai fuoriclasse dell’arte del Novecento e del tempo attuale che lasci negli scantinati o nella solitudine delle loro case. Ti sembra lungimirante? Hai chiuse nei magazzini 600 opere di quel genio che fu Vinicio Berti (assieme a Burri e […]
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